Cavalli da corsa trasformati in bistecche, nei guai allevatore luinese
L’uomo, 43 anni, denunciato a piede libero. E’ accusato di aver falsificato i libretti sanitari degli animali. Tra gli animali anche alcuni partecipanti a concorsi nazionali
Campioni del galoppo trasformati in bistecche e sfilacci sui banchi dei supermercati del Luinese. Bolidi fatti di muscoli “costruiti” per la corsa che sono finiti al macello civico, uccisi e trasformati in tagli da mettere in vendita, finiti sulle tavole dei varesini.
E’ successo nel Luinese, dove i carabinieri hanno portato a compimento un’indagine partita nel 2009 e che ha visto la denuncia di un allevatore accusato dei reati di “falsità materiale” – per aver contraffatto i libretti identificativi degli equini – “uccisione ingiustificata di animali”, “truffa aggravata” e “frode dell’esercizio del commercio” per quei casi in cui i cavalli erano stati macellati e la carne distribuita.
Secondo i carabinieri, le cose sono andate così. I cavalli da corsa, evidentemente non più utili all’attività sportiva, venivano preparati per la macellazione con uno stratagemma neppure tanto sofisticato: i libretti identificativi degli animali venivano contraffatti. Così l’allevatore, dopo aver strappato dal libretto del cavallo il foglio ove era annotata l’esclusione della “D.P.A.” (destinato alla produzione alimentare) lo sostituiva con un altro da lui precedentemente fotocopiato e modificato.
Nel nuovo foglio la destinazione a fini alimentari era ammessa, rendendo in tal modo l’animale macellabile ed inducendo in errore il personale preposto ai controlli, che curava nei luoghi appropriati la macellazione dei cavalli.
Secondo i militari lo scopo di queste falsificazioni e macellazioni illegali era esclusivamente quello di conseguire un ingiusto profitto derivante dalla macellazione e commercializzazione di carne equina per fini alimentari. L’allevatore è accusato di aver falsificato in tutto sette “libretti identificativi” di altrettanti cavalli da corsa.
Gli animali, a dispetto del loro passato “sportivo”, avendo partecipato a competizioni anche di livello nazionale (uno dei sette aveva preso parte appunto ai campionati nazionali), venivano macellati a Luino e la loro carne venduta nel Varesotto.
L’allevatore, 43 anni, di un allevamento nel Luinese, è stato denunciato a piede libero.
Per i sette casi di macellazione accertati, il Pubblico Ministero di Varese Sara Arduini – che ha coordinato le indagini – ha contestato all’allevatore che: “con crudeltà e senza necessità”, ha cagionato la morte di alcuni cavalli da corsa, senza che ci fosse il presupposto giuridico per la soppressione.
Il Sostituto Procuratore della Repubblica di Varese si è anche avvalso di personale tecnico del Servizio Interprovinciale Tutela Animali – Nucleo Operativo Sanitario – di Varese. Presso l’allevamento sono stati sequestrati altri sei “equidi”, vale a dire asini, muli e cavalli non da corsa i cui libretti dovranno essere oggetto di regolarizzazione da parte dell’allevatore presso l’Associazione Provinciale Allevatori di Varese, poiché contenenti incongruenze ma in tal caso sanabili o rettificabili.
La carne dei sette cavalli macellati è stata venduta come commestibile in un supermercato del Luinse: i militari escludono che siano finora giunte segnalazioni attinenti a problemi di natura sanitaria da parte di consumatori che si sono trovati nel piatto la bistecca dei campioni.
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