Frontalieri, pronta la lettera bipartisan per Barroso
Parlamentari, consiglieri regionali e politici locali firmano un testo che verrà presentato in occasione della visita al CCR di Ispra da parte del Presidente della Commissione Europea
Una lettera bipartisan sul problema dei ristorni dei frontalieri. Di seguito pubblichiamo il testo del documento che verrà presentato domani, 16 marzo, al presidente della Commissione Europea Manuel Barroso, in occasione della sua visita al Centro comune di ricerca di Ispra.
Egregio Presidente,
in quanto rappresentanti eletti della provincia di Varese, abbiamo il piacere di darLe il più caloroso benvenuto nella nostra terra. La nostra Regione è uno dei quattro motori d’Europa, è autenticamente europea per storia, posizione geografica, e cultura, ed è fiera di ospitare 820000 imprese, classificandosi prima in Europa sotto questo aspetto.
Ciononostante, la nostra specifica Provincia avverte con sempre maggiore intensità un problema che richiede una soluzione europea: le problematiche che riguardano i 51.000 lavoratori transfrontalieri dei nostri territori. Infatti, dei circa 150.000 lavoratori residenti in Italia, Francia, Germania e Austria che si recano ogni giorno in Svizzera per lavorare, un terzo vive in Italia.
Alcuni problemi sono sempre esistiti e sempre vi è stata la volontà di affrontarli e risolverli; ma, in concomitanza con la crisi economica, sono sfociati in una campagna denigratoria nei confronti dei lavoratori italiani promossa da un partito populista che è riuscito a cavalcare questa antica intolleranza, vincendo le elezioni in Canton Ticino. Da allora le questioni aperte sono aumentate sia nel numero sia nel livello.
La più importante concerne i cosiddetti "ristorni", ossia la quota di imposte, pagate dai lavoratori italiani in Svizzera, che le autorità svizzere restituiscono tramite il Governo italiano ai Comuni di confine in considerazione della loro parte di servizi pubblici erogati agli stessi lavoratori e alle loro famiglie. Ebbene, il Canton Ticino ha congelato il pagamento di tali ristorni per la seconda metà del 2011, e minaccia di estendere il provvedimento per includere quelli del 2012. Questi Comuni riescono a tenere i loro bilanci in equilibrio e a garantire alcuni servizi essenziali proprio grazie a questi fondi, non potendo applicare a quei lavoratori la leva fiscale.
Concordiamo con il Governo italiano nel ritenere che il problema debba essere risolto al livello dell’Unione Europea all’interno del contesto più ampio delle relazioni tra UE e Svizzera, in particolare relativamente alla definizione di nuovi accordi in materia fiscale. La esortiamo pertanto a dare il Suo impulso politico a tale questione, affinché questi cittadini europei si sentano parte di una grande Unione, dove il lavoro e la mobilità sono mezzi privilegiati per creare e diffondere benessere. Un’Unione Europea dove i diritti e i doveri sono rispettati, ed ogni cittadino può contare sulla certezza legale degli accordi internazionali.
Siamo certi che la Sua sensibilità permetterà una risposta efficace a questa urgente richiesta. Nel frattempo, Le porgiamo
Distinti saluti,
Pdl
Lara Comi, europarlamentare
Antonio Tomassini, senatore
Marco Airaghi, deputato
Raffaele Cattaneo, Assessore alle Infrastrutture e Mobilità alla Regione Lombardia
Giorgio Puricelli e Rienzo Azzi, consiglieri regionali Lombardia
Pd
Paolo Rossi, senatore
Daniele Marantelli, deputato
Alessandro Alfieri e Stefano Tosi, consiglieri regionali Lombardia
Udc
Luca Volonté, deputato
Christian Campiotti, segretario regionale Lombardia
Stefano Calegari, segretario provinciale Varese.
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Di seguito il testo della lettera in inglese:
Dear Mr. President,
as elected representatives of the Varese province, we have the pleasure to warmly welcome you in our land. Our Region is one of the four motors of Europe, it is truly European for its history, geographical location and culture, and it prides itself of being home to 820.000 firms, ranking first in Europe in this respect.
Nonetheless, our specific Province feels a problem that is worth a European solution: the mistreatment of the 51.000 cross-border workers. In deeds, around 150.000 workers who live in Italy, France, Germany and Austria go everyday to work in Switzerland. Roughly one third of them lives in Italy.
Some forms of discriminations have always existed and the willingness to face and solve them has been effectively deployed; but, together with the economic crisis, they have been exacerbated and brought on the political arena by a populist Party that successfully managed to exploit this old intolerance and eventually won the local elections in the Ticino (Italian-speaking) Canton. Since then, the discriminations have increased in number and in level.
The most important one regards the so called ‘rebates’, i.e. the percentage of taxes paid by the Italian workers to the Swiss authorities that are transferred to the Italian border municipalities to take into account their share of public services for these citizens. Well, the Ticino Canton has frozen the payment of such rebates for the second half of 2011 and threatens to extend the act to include those of 2012. As such resources are very important for these municipalities, there is no funding for some basic services. We consider this to be a real discrimination against European Union workers, and we wonder whether it can be considered as a violation of the agreements between the EU and Switzerland, in particular with regard to the creation of an internal market for labour and skills.
We agree with the Italian Government that the problem must be solved at EU level, within the wider framework of EU-Switzerland relations. We therefore urge you to give political impulse to this issue, in order for these European citizens to feel part of a great Union, where labour and mobility are welcomed as means to create and spread wealth. A European Union where rights and duties are respected and each citizen can rely on the legal certainty of international agreements.
We are sure that your sensitivity will allow for an effective response to this pressing demand. In the meanwhile, we remain
Truly yours,
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