Scola: “I morti sono più vivi di noi”
L'arcivescovo di Milano nell'omelia a san Bernardino ricorda i cardinali dall'acqua e Martini e pensa al futuro "La grande mestizia di questi giorni rende ancora più significativa la spinta verso il cambiamento"
L’occasione iniziale era il ricordo, a 40 anni dalla morte, del cardinale Angelo dell’Acqua, che venne ordinato sacerdote a Sesto Calende nel 1926 nella chiesa di san Bernardino: la stessa dove dopo la morte, avvenuta improvvisamente il 27 agosto del 1972, riposa. Ma il fardello che Angelo Scola, l’arcivescovo di Milano, ha portato con sè stamattina, 2 settembre 2012, in quella chiesa era molto più grande, dopo la morte del cardinale Carlo Maria Martini.
Nella chiesa gremita l’arcivescovo di Milano ha così ricordato insieme i due cardinali: quello che Papa Paolo sesto volle con sè all’apertura della lettera che conteneva il terzo segreto di Fatima, e quello che fece dialogare i laici e i cattolici della città di sant’Ambrogio negli anni ottanta. «Il Signore ha voluto che in questa occasione accomunassimo la morte del nostro amato pastore Carlo Maria Martini, che è passato all’altra vita, con quella del cardinale Dell’Acqua. I morti sono più vivi di noi e con noi sono presenti i due cardinali che oggi vogliamo ricordare». Alla presenza dei nipoti di Angelo Dell’Acqua, Scola ha pregato per i due prelati ma ha pensato al futuro, incitando le persone a «Non fermarsi alle ideologie e andare oltre, dando spazio alle generazioni future. La grande mestizia di questi giorni rende ancora più significativa la spinta verso il cambiamento»
Scola, che lunedì presiederà i funerali di Martini, si è poi fermato per un breve saluto alla comunità sestese: il sindaco in segno di ringraziamento gli ha fatto dono di un libro fotografico del territorio.
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