“Mio zio non è un falso invalido”
Il nipote dell'uomo accusato di aver truffato lo Stato dichiarandosi cieco pur non essendolo difende lo zio: "È ipovedente con una malattia degenerativa agli occhi, la sua invalidità è riconosciuta anche in Svizzera"
«Altro che falso invalido, mio zio è una bravissima persona. È lui la vittima di questa assurda vicenda». Commenta così, un po’ infervorato e altrettanto affranto, il nipote dell’uomo denunciato dalla Guardia di Finanza di Gaggiolo per truffa aggravata unitamente alla consorte nel quadro di un’indagine coordinata dal pm della Procura della Repubblica di Varese Agostino Abate. Non ci stanno i famigliari del 50enne di Luino, tant’è che hanno affidato a due legali di Milano la tutela della propria posizione, sia per difendersi dalle accuse, sia per rivalersi dei danni (morali e non ).
«Non si può sbattere così il “mostro” in prima pagina, deve quanto meno valere la presunzione di innocenza. Il signore in questione è mio zio, non è cieco, ma ipovedente, affetto da una grave malattia genetica degenerativa che gli riduce via via il campo visivo, impedendogli di fatto di fare una vita normale – spiega il nipote -. Vede ormai solo da un piccolo spicchio di occhio. La sua invalidità è riconosciuta in Svizzera, dove ha lavorato a lungo come autotrasportatore e autista, e anche in Italia. Ha tutti i documenti in regola e lo dimostrerà. È un orgoglioso, vorrebbe condurre una vita normale e non si rassegna, per questo va in giro da solo, attraversa la strada e prova a leggere: non è un truffatore. Giocava a tennis e calcio, ora non può più. Guidava, amava farlo, ed ora non può più. L’ho visto piangere tante volte perchè non riesce più a fare quello che faceva prima: a Luino lo conoscono tutti, tutti sanno che è una brava persona, di certo non un “mostro” come lo hanno bollato. Lo scorso 15 settembre, quando è arrivato l’avviso di garanzia, c’è stata anche una lunga perquisizione a casa: 4 ore nelle quali mio zio era da solo, senza aiuti e senza vedere ciò che gli succedeva intorno, incapace di trovare i documenti richiesti. Lo difenderemo fino allo stremo, non è giusto quello che sta accadendo».
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