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Il passaparola degli angeresi a sostegno di Mohamed

La lettera del pizzaiolo, da alcuni scambiato erroneamente per l'autore di un fatto di cronaca avvenuto nella zona, è stata condivisa in un solo giorno da decine di persone su Facebook

La lettera di Mohamed Attia è stata condivisa in un solo giorno da decine di persone su Facebook. Sono per lo più angeresi e soprattutto giovani. Qualcuno questa mattina l’ha anche stampata e appesa su un portone affacciato sulla via che attraversa il paese, nel luogo certamente più frequentato del centro storico. Si è creato così un passaparola immediato e tutt’altro che scontato a sostegno del pizzaiolo da alcuni scambiato per l’autore di un fatto di cronaca avvenuto nella zona. Erroneamente perché, come lo stesso Mohamed ha chiesto di precisare, il pizzaiolo di via Milano è completamente estraneo ai fatti. Il signor Attia non è il primo imprenditore straniero di Angera e la sua attività aperta di recente sta "funzionando" bene. E anche questo non è scontato perché anche se ogni giorno si parla di integrazione, non si può negare che in un piccolo comune riuscire a costruirsi una reputazione e una clientela, se non si è conosciuti o semplicemente se si "arriva da fuori" (inteso nel senso più ampio e non solo da un altro Stato), non è affatto semplice. Non è sufficiente fare una buona pizza o un buon kebab e in questo Mohamed è abile, occorre attenzione, gentilezza, pazienza e costanza.
Chi ha un’attività a contatto con il pubblico sa che anche tutto ciò si costruisce con il tempo e con il lavoro e basta davvero poco, anche solo un malinteso o una notizia lasciata volutamente vaga per via della delicatezza dell’argomento trattato, per rompere quello che è stato costruito con mesi di impegno. Dalla reazione dei cittadini di Angera si può credere però che non sarà questo il caso.
 

Pubblicato il 20 Ottobre 2012
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