Raggirava donne spacciandosi per un poliziotto
L'uomo, un 33enne di Taranto, raccontava di essere in cerca di denaro per pagare una costosa operazione chirurgica al padre ricoverato in Francia. Per lui è scattata la denuncia
Se Totò era quasi riuscito a vendere la fontana di Trevi, spacciarsi per un poliziotto e raggirare una donna appena conosciuta doveva sembrare una passeggiata ad un 33enne tarantino, ora denunciato per furto, truffa, usurpazione di titolo, falso materiale in scrittura privata e sostituzione di persona.
Lunedì scorso, 5 febbraio, al termine di una articolata attività di indagine , operatori della Sezione di polizia giudiziaria del Settore Polizia di Frontiera/Commissariato di polizia di Luino hanno dopo una minuziosa indagine.
L’attività ha preso le mosse dalla denuncia di una donna, residente a Luino. L’uomo l’aveva avvicinata spacciandosi per un Ispettore della Polizia di Stato in servizio presso un Commissariato del Milanese: tra i due si era instaurata una vera e propria relazione. L’uomo aveva a questo punto impietosito la compagna, raccontandole di essere in cerca di denaro per pagare una costosa operazione chirurgica al padre ricoverato in Francia.
Dopo avere ottenuto un primo versamento di tremila euro, l’uomo era tornato alla carica con una ulteriore richiesta di undicimila euro, che avrebbero dovuto essergli consegnati in contanti all’aeroporto di Linate, da cui poi si sarebbe subito imbarcato per la Francia. Insospettita, la donna ha dapprima contattato il Commissariato ove l’uomo le aveva raccontato di prestare servizio, verificando che non esistevano Ispettori con quel nome. A questo punto, si è recata presso gli Uffici del Settore Polizia di Frontiera/Commissariato di P.S. di Luino per denunciare l’accaduto.
Gli investigatori luinesi hanno quindi predisposto la “trappola”, organizzando un appuntamento tra la donna e il truffatore presso un noto bar di Luino. Una volta giunto sul posto, l’uomo è stato fermato dagli agenti.
In ufficio il trentatreenne ha riconosciuto le proprie responsabilità, confessando di essersi inventato tutto e di avere bisogno di denaro per saldare debiti di gioco.
La vicenda era però destinata a non concludersi “semplicemente” così. A seguito di controllo della documentazione in suo possesso, gli operatori hanno rinvenuto due assegni postali in bianco con apposta in calce la firma di un’altra donna. Gli accertamenti successivi hanno consentito di risalire ad una ragazza, residente in provincia di Messina, che ha raccontato di essere stata truffata dalla stessa persona fermata a Luino per una somma di circa sessantamila euro. Anche in quell’occasione il truffatore si era presentato come poliziotto. Nella querela a suo tempo presentata, la donna aveva inoltre denunciato la sottrazione del proprio blocchetto degli assegni, due dei quali sono proprio quelli trovati in possesso dell’uomo. La donna ha riconosciuto con certezza il truffatore a seguito di individuazione fotografica ed ha inoltre denunciato la falsità delle firme apposte in calce ai due assegni.
Si è così conclusa un’attività investigativa complessa e sorprendente, che ha visto collaborare con gli operatori di Luino le Questure di Milano, Taranto e Messina.
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