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Fusione dei comuni montani, via libera al referendum

Il Consiglio regionale vota a favore delle due fusioni richieste da diversi comuni del nord provincia. La consultazione dovrebbe essere a inizio dicembre

Ora è ufficiale: a breve i cittadini di diversi comuni del nord provincia saranno chiamati a decidere se fondersi o no in due nuivi comuni.
Il consiglio regionale ha infatti dato via libero all’election day per i referendum consultivi in diverse realtà lombarde. Fra queste ci sono i due progetti varesini: Maccagno, Veddasca e Pino sulla sponda del Lago Maggiore da una parte e Cassano Valcuvia, Ferrera di Varese, Grantola, Masciago Primo e Mesenzana dall’altra. 
La data del referendum non è ancora fissata, sarà la giunta a decidere, ma potrebbe collocarsi nei primi giorni di dicembre. Una volta recepito l’esito della votazione, la questione tornerà in Consiglio regionale dove ci sarà il voto finale. L’Aula potrebbe anche esprimersi in difformità rispetto all’esito del referendum.
Nel corso della seduta sono stati approvati altri 16 progetti di fusioni, mentre un altro progetto che riguarda dei comuni del mantovano ha in parte bloccato i lavori dell’Aula ed è stato poi rinviato. Nelle giornata di lunedì sulla questione dei comuni di Bigarello e San Giorgio Mantovano Lega e Pdl si erano trovati su posizioni diverse, con la Lega contraria a questo progetto di legge.

«Regione Lombardia si pone, anche in questo caso,- sottolinea Luca Marsico (Pdl) – all’avanguardia nel processo di riordino delle amministrazioni locali. La via referendaria che consentirà di ascoltare la voce e le proposte dei cittadini e degli amministratori locali dei territori interessati in tale processo di fusione è, dunque, quella maestra. Sarà, senza dubbio, ugualmente importante, pur nel necessario cammino di unione amministrativa, non disperdere il patrimonio di storia, tradizioni, culture di ogni singola realtà civica coinvolta».
Soddisfazione è stata espressa anche dalla Lega con la consigliera Francesca Brianza. «Il voto odierno è la prosecuzione dell’iter al quale hanno dato avvio i consigli comunali delle località interessate. I piccoli comuni rappresentano un patrimonio del territorio e la procedura della democrazia diretta, attraverso l’istituto referendario, garantirà che a prevalere sia l’orientamento delle popolazioni interessate. Vedremo quindi se i cittadini saranno favorevoli o contrari ai nuovi assetti che non vengono fortunatamente applicati per decreto. Le fusioni sono passaggi delicati e gli esiti del referendum non sono scontati: quindi sarà importante valutare bene come ogni singola comunità si esprimerà in merito alla fusione».

Giudizio positivo sull’indizione dei referendum per le fusioni è stato espresso dal PD: «Il Consiglio regionale – dichiara Luca Gaffuri, consigliere al Pirellone – ha compiuto un passo importante nella direzione della semplificazione e della razionalizzazione degli enti locali, andando incontro alla volontà dei consigli comunali che hanno deliberato la volontà di fusione. Ora la parola passa ai cittadini che in autunno diranno la loro. Il nostro auspicio è che non prevalgano logiche di campanile ma che invece si tenga conto delle troppe difficoltà in cui versano i piccoli centri, ormai incapaci di garantire i servizi necessari ai propri cittadini».

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Pubblicato il 24 Settembre 2013
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