Frodavano il fisco e truffavano saloni d’auto, tra loro un direttore di banca
La compagnia luinese della Guardia di Finanza ha denunciato 13 persone. Oltre 15 milioni di euro sottratti a tassazione, circa 2.500.000 di iva dovuta all’erario e un valore della produzione sottratto ad irap per circa 4.000.000 di euro
La compagnia della Guardia di Finanza di Luino l’aveva chiamata "Darico", un’operazione che aveva permesso di sgominare una banda di trafficanti d’auto e che si era conclusa lo scorso aprile con l’arresto di 7 persone con l’accusa di frode fiscale e di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ed il rinvio a giudizio di 42 persone, metà delle quali già condannate nell’ottobre scorso a seguito di patteggiamenti e riti abbreviati.
Gli accertamenti di natura fiscale, relativi a quell’operazione, hanno permesso di individuare uno studio di “consulenza”, evasore totale, e 7 imprese fantasma autori di una frode fiscale da oltre 15 milioni di euro ai danni delle società di leasing.
I militari hanno effettuato appositi controlli nei confronti delle imprese riconducibili a vario titolo allo studio di consulenza fiscale “Darico consulting s.a.s.”, risultato evasore totale e gestito da un professionista già destinatario di due ordinanze di custodia cautelare in carcere. Tali approfondimenti hanno portato alla chiusura di 27 studi professionali (che erano stati utilizzati come paravento per mascherare le truffe ai danni delle societa’ di leasing) e all’esecuzione di 7 verifiche fiscali nei confronti di altrettante imprese.
I controlli fiscali hanno permesso di individuare un complesso giro di fatture false per un totale di circa 4milioni di euro, emesse nei confronti di due imprese piemontesi operanti nel settore della lavorazione di parti metalliche e di diversi saloni d’auto del nord Italia.
Nonostante la presenza di preventivi, documenti di trasporto e movimentazioni bancarie per dare una parvenza di veridicità alle fatture, i finanzieri hanno accertato che i beni, risultati come ceduti, non erano mai stati acquistati e che le società, che risultavano aver eseguito operazioni di lavorazione di parti metalliche, erano prive sia dei macchinari sia del personale necessari per l’effettuazione dei lavori.
Gli stessi amministratori delle “cartiere”, in alcuni casi delle “teste di legno”, sono risultati dipendenti presso altre imprese del luinese. In particolare il titolare di una società di commercio all’ingrosso di materie plastiche è risultato lavorare come cuoco part-time, mentre l’amministratore unico di due società di capitali operanti nel mercato immobiliare e nel commercio internazionale di auto, era di fatto dipendente di un’impresa di pulizie.
Tali verifiche fiscali, eseguite anche mediante l’esame di 94 conti correnti e di numerose
operazioni extra-conto, hanno permesso di recuperare a tassazione sia gli elementi
di reddito sottratti a seguito della frode fiscale sia i proventi illeciti derivanti dalle operazioni di rivendita degli autoveicoli illecitamente esportati e rivenduti in Svizzera, consentendo così allo Stato di tassare anche gli arricchimenti illegali che altrimenti sfuggirebbero al prelievo fiscale. Ovvero:
oltre 15 milioni di euro sottratti a tassazione, circa 2.500.000 di euro di iva dovuta
all’erario e un valore della produzione sottratto ad irap per circa 4.000.000 di euro. Il consulente è stato arrestato lo scorso aprile per frode fiscale, mentre altre 13 persone, tra cui un direttore di banca, sono stati denunciati per i reati di emissione di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta, occultamento e distruzione di scritture contabili e riciclaggio.Infine, sono state contestate 26 violazioni alla normativa antiriciclaggio relative al trasferimento di denaro contante tra privati.
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