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Riorganizzazione della Polizia, il Sap è preoccupato

Il segretario provinciale Coppolillo: "La riorganizzazione riguarda la Polizia Postale di Varese, il posto Polfer di Luino, che verrebbero chiusi, mentre il Settore Polfrontiera di Luino, che verrebbe trasformato in Commissariato

Il 19 febbraio il Dipartimento della Pubblica Sicurezza ha comunicato ai sindacati di Polizia, in
merito alle attività che il Dipartimento sta ponendo in essere e che riguarda il personale e l’assetto  organizzativo dell’Amministrazione. È stato rappresentato loro che l’Amministrazione sta ultimando uno  studio per la revisione dei presidi e degli uffici della Polizia di Stato su tutto il territorio nazionale in  funzione del fatto che la conclamata carenza degli organici, oggi assestata a circa 95.000 unità e che in  previsione si prospetta con profili di criticità sempre più accentuati per il mancato ingresso di nuove unità  rispetto al turnover programmato, ha reso necessaria un’articolata razionalizzazione delle risorse e dei  presidi in considerazione dell’attuale disponibilità di personale che non aumenterà in futuro.  Dall’esposizione fatta ai sindacati è emersa una volontà, di fatto già preordinata e definitiva  dell’Amministrazione di voler stravolgere alcuni settori delle Specialità, attraverso una chiusura irrazionale  di alcuni Compartimenti e dei presidi oggi esistenti, oltre che la chiusura e accorpamenti anche di  numerosi Commissariati distaccati che genererà una mobilità del personale interessato interessando migliaia  di unità.

Per la Postale si vuole, invece, mantenere le sole sedi presenti presso le Corti d’Appello e di
conseguenza è prevista la chiusura di tutti gli Uffici Provinciali.  Tutte le OO.SS., hanno condannato, sia nel metodo che nel merito, tale ipotesi di chiusura selvaggia dei presidi con relativo trasferimento dei colleghi.  A Varese il Segretario Provinciale S.A.P. Francesco Coppolino – riconfermato alla guida della Segreteria Provinciale del Sindacato Autonomo di Polizia, ha esternato la propria preoccupazione in merito al contesto che si  andrà a creare tra poco nella provincia di Varese. “Anche la provincia di Varese non uscirebbe indenne da questo progetto, infatti la  riorganizzazione (leggasi trasformazione/chiusura) riguarda la Polizia Postale di Varese, che verrebbe chiusa, il posto Polfer di Luino, che verrebbe chiuso, il Settore Polfrontiera di Luino, che verrebbe trasformato in Commissariato.

Per quanto riguarda il Settore Polizia di Frontiera di Luino: lo stesso verrebbe in pratica “sganciato” dalla Specialità di Polizia di Frontiera e diventerebbe un  Commissariato di P.S. alle dirette dipendenze del Questore di Varese. Di conseguenza molti poliziotti in forza a Luino rischiano di essere “mobilitati” al fine di rinforzare altri uffici presenti in provincia e
carenti di personale. Logica conseguenza della “riorganizzazione” sarà una drastica riduzione dell’organico,  un’emorragia di uomini e mezzi, che comprometterà la reale capacità operativa dell’Ufficio, con ovvie  ripercussioni sulle condizioni lavorative del personale. Ma la questione ancor più sconvolgente, che probabilmente non è stata ponderata in maniera corretta, sarà la “scomparsa” stessa della specialità di Polizia di Frontiera da una provincia di  confine come quella di Varese in cui sono presenti ben 12 valichi con la Confederazione Elvetica (che
non fa parte dell’Unione Europea) Ciò rappresenterebbe una palese violazione del trattato Shengen, che a fronte dell’abolizione dei controlli “sistematici” ai valichi, (eliminati per ragioni prevalentemente economiche), ha previsto un’intensificazione dei controlli e della vigilanza di “seconda linea” ed un rafforzamento della cooperazione di polizia per il contrasto all’immigrazione clandestina ed alla criminalità  transfrontaliera.

Ad una pressante richiesta da parte della Svizzera per una maggiore presenza di forze  dell’ordine, di un maggior controllo e contrasto ai fenomeni criminali, l’Italia risponde con
l’abolizione della polizia di frontiera, i cui compiti istituzionali, anche di diritto internazionale, non  sono certo surrogabili da parte di altri uffici di P.S. o altri corpi militari, (come la Guardia di Finanza che ha funzioni fiscali, tributarie e doganali) a loro volta in fase riorganizzativa.
È sicuramente condivisibile la considerazione in merito ad un maggior coordinamento e
razionalizzazione sull’impiego delle forze di polizia presenti in provincia, ad opera del Questore, in qualità di Autorità provinciale di Pubblica Sicurezza, i cui poteri di intervento dovrebbero essere incrementati, ma la risoluzione di problematiche di organico, che riguardano soprattutto i
Commissariati di Busto Arsizio e Gallarate, sono risolvibili solo ed esclusivamente con un intervento da parte del Dipartimento, tramite nuove assegnazioni ed una rivisitazione delle piante organiche dei predetti Uffici, da adeguarsi alle esigenze effettive locali dell’ordine e della sicurezza pubblica.

Veniamo al Posto Polfer di Luino, in fase di chiusura. Nei mesi scorsi è stato firmato un accordo che prevede lo stanziamento di 200 milioni di euro da parte della Confederazione Elvetica per il potenziamento della linea ferroviaria Luino – Gallarate. In pratica partirà il progetto dell’Alptransit, il corridoio ferroviario che collegherà la Svizzera ed il nord Europa, con lo scalo aeroportuale di Malpensa e con il porto di Genova. La Stazione internazionale di Luino verrebbe quindi ad assumere un’importanza primaria come scalo passeggeri e scalo tecnico di merci sul tragitto, tale da rendere neppure pensabile la chiusura di un reparto di specialità come la ferroviaria con compiti “esclusivi” disciplinati per legge. Chi dovrebbe intervenire in caso di accertate problematiche alla circolazione ferroviaria? Chi  dovrebbe effettuare i controlli ai convogli internazionali e la vigilanza dei treni merci che trasportano materiale pericoloso? Risposte plausibili non ne sono state fornite. 

Infine, anche per la chiusura della locale Polizia Postale: il S.A.P. Varese è contrario, in quanto essendo la sezione “ospite” nei locali dell’ente Poste Italiane ha  un costo di logistica pari a zero e, anche se nel progetto dipartimentale questo Ufficio con tutto il  personale in forza andrebbe assorbito dalla Squadra Mobile con una autonoma sezione, non verrebbe  garantita la funzionalità dell’operato degli addetti, sottolineando che si tratta di personale altamente  qualificato nel contrasto ai reati informatici.
Il S.A.P. di Varese, contesta quindi questo progetto riorganizzativo proposto dal Dipartimento della  Pubblica Sicurezza – che oltre a non risolvere i problemi attuali, ne creerebbe di nuovi ancor più gravi, a tutto  svantaggio non solo del personale, ma a scapito della stessa comunità locale dei cittadini”.

Pubblicato il 12 Marzo 2014
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