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Il “papà” delle nuove Frecce Tricolori torna a casa, grazie al gelato

Un S.211, ultimo aereo progettato e prodotto dalla Siai Marchetti, è stato riportato nella cittadina dove è nato. La sua seconda vita è iniziata da una chiacchierata in gelateria

S.211 siai marchetti a sesto calendeL’S.211 I-SITF è tornato a casa. Ad accoglierlo, ieri mattina nel prato delle Officine Villella di Sesto Calende, c’erano un gruppo di ex dipendenti della Siai Marchetti e con loro molti appassionati. Un momento emozionante per quei lavoratori che, negli anni Ottanta, parteciparono alla realizzazione del velivolo, l’ultimo della storia della Siai Marchetti interamente progettato e realizzato dalla sua direzione tecnica e nei suoi reparti di Sesto Calende e Vergiate. L’entusiasmo, che allora accompagnò la creazione dell’S.211, non si è affievolito negli anni. Anzi per molti, questo aereo è diventato "mitico". In primo luogo perché, per l’epoca, rappresentava un progetto altamente innovativo e avenieristico (era stato pensato per diventare l’aereo per l’addestramento avanzato per gli Stati Uniti) ma anche e soprattutto per l’eredità che ha lasciato: passato di competenza all’Aermacchi quando le aziende si unirono, è diventato prima l’M-311 e oggi l’M-345, che nei prossimi anni, andrà in dotazione alla pattuglia acrobatica delle Frecce Tricolori. 


Di esemplari di S.211 ne furono prodotti una settantina, soprattutto per le aeronautiche di Singapore, delle Filippine e di Haiti. Due velivoli sono esposti a Volandia, il museo del volo di Vizzola Ticino, altri si trovano in parti diverse del mondo. Riuscire a farne arrivare uno a Sesto Calende, nella sua vera patria, era però il sogno degli ex lavoratori. Un sogno che, a quanto pare, era destinato a realizzarsi e determinante, in questo, è stato qualcosa che con il volo non c’entra nulla: il gelato. O almeno non c’entra per i più.

Per Elena Zeni il passaggio dal mondo degli aerei a quello del gelato è stato un’esperienza della vita. Lei come, come suo padre, sono stati dipendenti dell’industria sestese. Da anni però Elena ha cambiato decisamente ramo aprendo, con il marito Gaetano, la Gelateria del Borgo che si trova nel centro storico di Angera. Gli aerei l’hanno seguita soltanto in fotografia, nella passione che non è mai tramontata e nella voglia di fare cultura sul passato aeronautico del Basso Verbano. Per questo motivo la sua gelateria è diventata anche il punto di riferimento di molti appassionati. «L’estate scorsa – racconta – un mio cliente che era appena tornato da Forlì dove era andato per rinnovare il brevetto di volo mi disse: sai Elena che all’aeroporto ho visto un S.211 con marca I-SITF? Per me è stato un tuffo al cuore. Ho pensato: dobbiamo riportarlo a casa. E ci siamo riusciti davvero. Devo dire grazie a un amico di mio padre, che vive proprio a Forlì, a Luciano Pontolillo dell’associazione I-Care e al grande Pino Villella, imprenditore di Sesto Calende che ha accettato di accollarsi le spese per il viaggio e di ospitare l’aereo nel giardino della sua azienda». Ora l’obiettivo, come recitava l’invito a partecipare all’iniziativa di ieri mattina, è quello di rimetterlo "inSesto". «L’anno prossimo sarà il centenario della Siai, ci auguriamo che questo gioiello della nostra storia venga valorizzato come merita. È molto importante per tutti e non solo per noi che la storia di questo velivolo venga conosciuta e riscoperta».  

 

Pubblicato il 13 Giugno 2014
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