Il tumore al seno si sconfigge: Varese modello nel mondo
La Brest Unit dell'ospedale varesino ha ospitato un convegno internazionale a cui hanno preso parte 50 esperti mondiali che si sono confrontati su aspetti scientifici ma anche culturali della cura
Di cancro al seno si guarisce bastano una diagnosi precoce e la giusta terapia. Avviene negli Stati Uniti ma accade anche a Varese dove il tasso di sopravvivenza delle pazienti si aggira attorno all’84,5%.
Che la “Brest Unit” dell’ospedale di Circolo di Varese sia un modello lo ha già stabilito la Regione approvando una delibera che estende a tutte le realtà l’approccio multidisciplinare adottato dal Centro di senologia coordinato dal dottor Eugenio Cocozza. Che, però, il suo livello qualitativo abbia poco da inviare ai più rinomati centri mondiali è emerso la scorsa settimana, durante un convegno internazionale a cui hanno partecipato 50 tra i più famosi specialisti del settore.
Tutti riuniti a Stresa dalla referente del centro di senologia varesino professoressa Francesca Rovera, hanno concordato sulla necessità di adottare un approccio multidisciplinare per garantire la miglior terapia personalizzata alla paziente: « Un tumore al seno non è solo un nodulo da esportare chirurgicamente – sottolinea la professoressa Rovera – Dietro quel nodulo c’è una storia da approfondire. Per questo, ogni venerdì, il nostro centro affronta i casi in una riunione aperta a tutte le discipline che, in qualche modo, possono interagire. Il successo di una terapia è data sia dalla tempestività ma anche dall’appropriatezza della terapia e solo lo studio approfondito e condiviso del caso può individuare la via da percorrere. È un cocktail di possibilità di cui individuare la giusta miscela».
Il Convegno Internazionale di Stresa voluto dall’Universita’ dell’Insubria in collaborazione con lo Sloan Memorial Kettering di New York ha visto consacrare la profonda convinzione che il cancro fa sempre meno paura perché la ricerca avanza e l’attenzione alla persona e non alla malattia ispirano l’approccio di cura.
Nel corso di due giorni di lavoro , sono passati concetti culturali di grande “fascino” come: integrazione, nuova attitudine, mondo e non malattia, responsabilità e non delega, uniti a tanti messaggi scientifici che entusiasmano come:”stiamo lavorando su 416 geni tumorali..”
« Il concetto di INTEGRAZIONE” è la novita’ assoluta -a ha affermato Virgilio Sacchini dello Sloan Memorial di NY – bisogna personalizzare al massimo i trattamenti e far si’ che in ogni Centro di Senologia ci sia un esperto di medicina integrativa come agopuntura, diete personalizzate, trattamenti rilassanti preoperatori, etc…: le donne la cercano e la devono trovare nella cura che il team multidisciplinare mette a punto per lei, non affidarsi ad altre realtà».
«Tutto cambia giornalmente – ha sostenuto Aaron Goldhirsch dell’ Istituto Europeo di Oncologia – oggi è peggio di ieri e meglio di domani. La malattia vede perciò nuove definizioni, nuove attitudini che vanno verso la negoziazione con il paziente che deve essere in prima fila nella stimolazione della ricerca».
Il ruolo attivo della donna è stato, invece, messo in rilievo da Olivia Pagani della Breast Unit di Bellinzona : «Il cancro è una malattia guaribile, ci si deve affidare a persone competenti che operano nelle Breast Unit: la donna deve essere responsabile e non delegante».
Corrado Tinterri di Humanitas ha, infine, spiegato le ragioni dell’approccio multidisciplinare : « la parola d’ordine è Scienza e Coscienza, il cancro al Seno è un mondo, non una malattia. Sono reduce da Regione Lombardia che ci annuncia che è definitivamente operativa la delibera sulla costituzione delle Breast Unit, che rappresenta la prima rete oncologica italiana che ha rivoluzionato il Sistema Sanitario; un modello di organizzazione ed integrazione con un percorso che contiene tutto, dall’alto rischio, alla psicologia, alla fertilità, alle cure palliative».
Tra i relatori della due giorni anche Riccardo Audisio, Presidente European Society of Surgical Oncology, Monica Morrow Direttore Breast Service del Memorial Sloan Cancer Center Kettering di NY, Elisabeth Morris e Pietro Panizza, Presidente della Società Italiana di Radiologia Medica ed Alberto Costa, Presidente della ESO
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