Il tributo degli animali durante la Grande Guerra
La terza conferenza di Annalina Molteni dedicata alla rievocazione del centenario d’inizio della prima guerra mondiale è stata dedicata al ruolo ricoperto dagli animali
La terza conferenza dedicata alla rievocazione del centenario d’inizio della prima guerra mondiale, celebrata in Sala Paolo in Brezzo di Bedero, splendida cornice per manifestazioni culturali, che il pubblico, ancora numeroso e competente, invoca con passione, ha visto anche questa volta, un approfondimento di un aspetto che sovente è sottovalutato se non addirittura ignorato: il ruolo ricoperto in quella guerra dagli animali.
La scelta del conferenziere non poteva essere più indovinata, la veterinaria Annalina Molteni, che associa alla sua attività una vena di romanziere, che un noto giornalista sintetizzò nell’aforisma: “Annalina è uno scrittore prestato alla scienza veterinaria”.
Si è partiti dal monumento edificato a Londra, in Hyde Park, agli animali caduti durante il conflitto con la sua poetica iscrizione: “Non avevano scelta”, frase emblematica che esprime l’angoscia e la responsabilità dell’uomo nel momento nel quale decide della loro vita.
Gli animali avevano un loro numero di matricola e attraverso questo inquadramento nell’esercito è stato possibile effettuare una stima attendibile di quanti morirono – circa dieci milioni – per fuoco, fame e malattie.
La narrazione è commovente e passa in rassegna non solo gli scontati muli – simbiosi inevitabile con il corpo degli alpini – e i cavalli, utilizzati per le cariche, specialmente sul fronte russo-ungherese, ma soprattutto i cani, di grossa taglia, impiegati come portaordini e per il traino di munizioni e attrezzature, specialmente nelle zone impervie, ove per la loro bassa statura e minore ingombro potevano più facilmente sfuggire al tiro nemico ed infilarsi nelle trincee, sicuramente non percorribili da muli e cavalli.
Un capitolo a parte per i piccioni, anch’essi inquadrati con regolare numero di matricola con anello sulla zampa, preziosissimi per il recapito di dispacci in tempi brevi, considerato che la loro velocità, anche sulle lunghe distanze, arrivava intorno ai 40 chilometri orari.
Annalina delizia l’uditorio con una serie di aneddoti, dai cani ritratti festosi intorno ai militari in omaggio alla loro natura, senza alcun condizionamento determinato dall’ambiente ostile, e decorati per le loro imprese, ai muli instancabili e resistenti, ai sensibili cavalli, fino all’individuazione del famoso Rin Tin Tin, pastore tedesco reduce di guerra, perché nato alla fine del conflitto in un canile della Lorena, scoperto in seguito dai cineasti per le sue eccezionali doti di apprendimento.
La serata si è conclusa con un breve momento musicale con un pezzo di Schubert. La celebrazione volge al termine, rimane l’ultimo incontro, nel quale chi vorrà concludere il ciclo di conferenze potrà ascoltare una voce diversa, quella di: Folkmar Stoecker, ex Ambasciatore Tedesco in Italia, sul tema “La grande guerra nella memoria dei popoli europei”. Venerdì 3 luglio.
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