Società fantasma e fatture false, evasione per 9 milioni
Nei guai una società di capitali operante nel settore tessile: 32 conti correnti e rapporti con altre attività create con lo scopo di frodare il fisco. Denunciate 12 persone
Un gran polverone, fra conti correnti – a decine – e false società nel campo del tessile, sollevato ad arte con l’obiettivo di confondere le carte, e lucrare sull’Iva proveniente da false fatture.
Un bandolo di una matassa che i finanzieri di Luino si sono trovati nelle mani e che hanno direttamente consegnato alla procura della repubblica di Varese a seguito di un’attività di indagine che ha scandagliato bilanci, rapporti bancari, fatturazioni, magazzini e legali rappresentanti.
Il risultato è di tre persone denunciate e milioni di Iva, l’imposta sul valore aggiunto, risultata evasa.
Un danno ingente per le casse dello stato e che si riflette, quota parte, su ogni cittadino della Repubblica italiana.
Tutto, si diceva, nasce dalle indagini di natura tributaria e giudiziaria della compagnia della guardia di finanza di Luino che hanno preso il via dall’approfondimento di accertamenti finalizzati alla prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio.
L’attività di servizio ha permesso di denunciare alla procura della repubblica di Varese 3 rappresentanti legali, che si sono succeduti nell’amministrazione della medesima società di capitali, per i reati di emissione di fatture false, dichiarazione fraudolenta, omessa dichiarazione e occultamento di documenti contabili, nonché ulteriori 9 rappresentati legali di altrettante società, per il reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Durante l’attività d’indagine è stata avviata una verifica fiscale nei confronti di una società di capitali, operante nel settore tessile.
“Quest’ultima società – dicono dalla Finanza luinese – risultava aver acceso numerosi rapporti di conti corrente, ben 32, con molteplici operatori finanziari. L’esame delle innumerevoli operazioni presenti sui conti correnti ha consentito di rilevare particolari e anomale movimentazioni rappresentate, in “entrata”, dall’accredito di anticipi su portafoglio a seguito di presentazione di ricevute bancarie e dall’incasso di assegni circolari e/o bancari mentre, in ‘uscita’, dall’emissione di assegni circolari e/o bonifici”.
I finanzieri hanno così individuato una complessa rete di società operanti nel settore tessile, ramificate nel nord Italia, che, per la maggior parte, non avevano alcuna struttura né organizzazione per poter svolgere regolarmente l’attività imprenditoriale, ma costituite esclusivamente per frodare il fisco.
L’operazione eseguita dalle Fiamme Gialle si è concentrata principalmente sulla ricostruzione capillare delle movimentazioni di materiale in entrata e uscita dal magazzino della società, che ha permesso di accertare come la maggior parte della merce risultata venduta, non era mai stata acquistata, materialmente, ma solo in modo cartolare.
Il complesso giro di fatture false scoperte, facenti capo alle 10 società coinvolte, ammonta a circa 9.000.000 di euro.
Al termine della complessa attività investigativa, sono stati accertati complessivamente ricavi non dichiarati per oltre 9.000.000 di euro, una evasione all’IVA per oltre 4.600.000 euro e sono state attivate le procedure connesse all’aggressione dei patrimoni illecitamente costituiti.
“L’operazione posta in essere dalla Guardia di Finanza – concludono i militari della compagnia luinese – si inserisce nel costante contrasto al sommerso d’azienda, che costituisce una linea d’azione fondamentale nell’ambito delle funzioni di polizia economico-finanziaria del Corpo, non solo per i profili strettamente connessi al recupero dei tributi sottratti ai bilanci dello Stato e degli Enti locali, ma anche perché consente di arginare la diffusione dell’illegalità e dell’abusivismo nel sistema economico, a tutela delle imprese che operano nella piena e completa osservanza della legge”.
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