Quando la magra del lago faceva piangere
La leggenda del "Sass margunin" e della principessa nascosta all'isolino Partegora
I segni della magra del Verbano sono ben visibili da giorni. Canneti all’asciutto, metri di fondale scoperto, alcuni rifiuti che l’acqua ha riconsegnato a riva e massi, solitamente ricoperti dal lago, che invece affiorano e si distinguono nettamente. Guardando l’isolino Partegora, dalla sponda del comune di Angera nei pressi di piazza Garibaldi, è possibile scorgere gran parte della superficie, quasi mancasse poco per poterla raggiungere a piedi.
Ma si è mai potuto passeggiare fino all’isolino? Secondo alcuni racconti, tramandati da chi frequentava il lago in passato, sembrerebbe che alla fine degli anni Venti sia accaduto, durante un periodo di siccità decisamente più marcato. Nella foto in alto è possibile osservare il basso livello del lago (foto dall’archivio di Remo Cardana) in un periodo a cavallo tra gli anni Venti e Trenta.
Tra i segnali che ci ricordano che il Maggiore non è nella sua condizione abituale c’è anche un piccolo scoglio, conosciuto come “Sass margunin“, che in queste giornate di magra emerge dall’acqua. La sua origine è legata anche ad un’antica storia d’amore, quella della giovane Radegonda, promessa sposa contro la sua volontà, a un perfido marchese. La bella e disperata fanciulla fece dell’isolino Partegora il suo rifugio e lì incontrò un principe sceso dalle nuvole (è una leggenda!). Quando il marchese venne a sapere del nascondiglio di Radegonda decise di andare a riprendere la sua dama ma quando si tuffò in acqua, un fulmine, mandato dalle sorelle del bel principe, lo colpì e lo trasformò in un macigno, appunto il “Sass margunin”. Ma nonostante la storia a lieto fine, una parte della cattiveria del marchese non fu cancellata. “Quando mi vedrete piangerete” sarebbe inciso sul sasso. E così fu, almeno in passato nei periodi di grande siccità che riportarono alla luce quel vecchio masso. Leggi la leggenda completa sul sito di AngeraNatura
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