Laghi e fiumi senza acqua: ecco cosa si può fare
Poche le opzioni sul tavolo per fronteggiare la crisi idrica. E l'esempio di Lago Maggiore e Ticino sono emblematici
Tanta, troppa acqua manca nei laghi della Lombardia, 330 miliardi di litri nel solo Lago Maggiore. Livelli così bassi che stanno seriamente ipotecando la prossima stagione primaverile ed estiva e che vanno affrontati da subito. Ma i margini di manovra sono molto stretti.
La prima opzione è quella di innalzare i livelli dei laghi. Facile a dirsi, più difficile a farsi.
Se infatti da un lato manca la materia prima (acqua e neve) dall’altro la quantità di acqua dei bacini idrici deve sottostare a precise direttive ministeriali che, tra le altre cose, fissa il livello massimo che si può invasare.
Una seconda opzione è quella centellinare acqua in uscita dai laghi derogando anche il cosiddetto “deflusso minimo vitale” e cioè quel minimo di acqua necessaria a garantire la sopravvivenza degli ecosistemi fluviali. Una scelta radicale che può essere adottata solo dichiarando lo stato di calamità.
E in questo settore il Lago Maggiore è un caso emblematico: nel 2014 il Ministero dell’ambiente ha annullato la sperimentazione che manteneva sia in estate che in inverno il livello del Verbano ad un metro e mezzo sopra lo zero idrometrico imponendo nella stagione calda un abbassamento di 50 centimetri.
Da quel momento è iniziata una battaglia legale che, fino ad oggi, non ha avuto esito.
La sperimentazione ha consentito di avere molta più acqua nel grande serbatoio del lago – qualcosa come 100 miliardi di litri – riuscendo ad attutire le stagioni poco piovose come quella del 2012 ma che di contro ha ridotto la quantità di spiagge a disposizione dei turisti lungo il lago.
E con quello che si rischia di verificare nella prossima stagione, le voci che chiedono di alzare il livello del lago il più possibile crescono sempre di più.
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