Si lavora ancora a 10 giorni dall’inferno
Operai in via Manzoni dove scoppiò l’incendio. Ponteggi nella corte dei Tre Re dove il proprietario del ristorante lamenta: “Si sbrighino o la stagione è perduta”
Assi che sbattono, martello che picchia: nella stretta via Manzoni, a un tiro di schioppo dal Comune nel cuore del primo nucleo storico della città si lavora per rimettere in piedi un tetto, e un quartiere.
Tutto per colpa di quell’incendio scoppiato mercoledì 3 febbraio, partito da un condominio, spostatosi su un primo palazzo e ancora più in là, a un centinaio di metri in linea d’aria dal focolaio iniziale, fomentato dal forte vento che soffiava sul Verbano.
Oggi, a una decina di giorni dall’accaduto ancora si lavora.
In tutto, dal punto di vista degli sfollati, l’allarme è rientrato perché sono due i nuclei famigliari ancora senza casa: nel complesso quattro persone come conferma l’assessore Caterina Franzetti che si è istantaneamente prodigata, quella sera, ad intervenire sul fronte dell’assistenza.
Il resto l’hanno fatto vigili del fuoco e volontari.
E, in terza battuta, ora stanno operando le imprese edili per il rifacimento delle coperture.
Nella corte dei Tre Re, noto ristorante della zona che all’interno sembra un museo, con capitelli dell’undicesimo secolo e tombe del 1400, molto materiale è ancora sul cortile: grondaie annerite, coppi rotti, materiale bruciato. Il condominio nel lato nord è completamente “impacchettato” dai ponteggi e gli operai sono al lavoro per rimettere a nuovo lo stabile. Mezzi da cantiere sono parcheggiati all’interno. Chi viene da fuori percepisce un po’ di trambusto. Per chi vive la corte, la cosa è un po’ diversa.
Troviamo Giuseppe Lombardi intento a riannodare una canna dell’acqua: vive lì ed è il proprietario dei Tre Re: «Altro che paura, quella sera dell’incendio: molto di più», dice in dialetto, portandoci sul retro, da dove si vede meglio il passaggio del fuoco.
Le finestre dell’ultimo piano del condominio sono ancora annerite, e le travi del tetto, nere, sono visibili.
«Spero che l’impresa termini in fretta i lavori, che vengano presto tolti i ponteggi e il materiale nel cortile. Si sbrighino, perché altrimenti la stagione è perduta».
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