Nell’inchiesta Smile finisce anche il dentista sociale di Borsano
A rischio le cure dentali per decine di persone che si erano affidate ai professionisti nella Casa della Salute di via San Pietro. Rizzi, Longo e Canegrati puntavano al monopolio dei centri odontostomatologici
Il centro odontostomatologico, aperto a novembre dello scorso anno, all’interno della Casa della Salute di Borsano è al centro della bufera giudiziaria in quanto risulta essere uno di quelli inseriti nell’inchiesta Smile della Procura di Monza.
Molte persone, da sempre escluse dall’accesso a questo tipo di cure per i costi proibitivi, in questi mesi hanno affidato le loro bocche ai professionisti che vi lavorano e, in alcuni casi, hanno anche pagato cifre importanti per impianti e dentiere che sognavano da tempo ma alle quali avevano dovuto rinunciare per i costi proibitivi del sistema privato.
L’appalto alla società Servicedent è ora al centro dell’attenzione dei magistrati monzesi in quanto sarebbe il frutto della corruzione in atti contrari ai doveri d’ufficio commesso dal consigliere regionale Fabio Rizzi, da Mario Valentino Longo e da Maria Paola Canegrati in concorso tra loro.
I tre avrebbero condizionato la gara d’appalto “per l’affidamento in gestione del centro di assistenza specialistica odontoiatrica della “Casa della Salute”, bandita dall’Azienda Ospedaliera “Ospedale di Circolo di Busto Arsizio” allora diretta da Armando Gozzini ed aggiudicata alla società riconducibile alla stessa Canegrati.
In un’intercettazione, parlando della riforma sanitaria che Fabio Rizzi stava portando avanti in commissione, la Canegrati parla con Longo definendo il centro all’interno della Casa della Salute “un ambulatorietto, una cagatina di pollo in confronto a quello che si potrebbe fare con lo Stomatologico”, cioè l’Istituto Stomatologico Italiano. L’imprenditrice, poi, si tradisce in un’altra intercettazione col suo commercialista in cui specifica che «Busto me l’ha fatta prendere lui eh… una parte gliela dovrò dare». Quel lui è Mario Valerio Longo.
Diverse le occasioni in cui Rizzi e Longo fanno pressione sulla stessa Canegrati per aprire il centro il prima possibile. In un paio di occasioni è lo stesso Rizzi a chiedere conto direttamente a Gozzini dei tempi. Inoltre i tre avevano intenzione di aprire altri centri simili, uno di questi avrebbe dovuto aprire a Sesto Calende e le pressioni sul commissario dell’Asl di Varese Stefano Taborelli erano già iniziate.
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