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Limitare il gioco d’azzardo, comuni in prima linea

In municipio incontro tecnico con gli amministratori dei comuni nell'ambito de progetto 'Proposte Azzardate'

Nelle slot macchine sono stati spesi, nel 2013, 48 miliardi di euro, coinvolgendo il 7% della popolazione che ha quindi scommesso somme altissime.

Per questo erano diversi gli amministratori presenti al primo degli incontri della giornata che rientra in ‘Proposte Azzardate’, il progetto che coinvolge i comuni del distretto sanitario di Luino. Un momento per capire come intervenire per arginare questo problema.

«Siamo qui perché abbiamo voglia di informarci e conoscere. Il distretto è stato mappato e abbiamo i dati, ora ragioniamo su come intervenire» ha spiegato il presidente del distretto e sindaco di Maccagno con Pino e Veddasca Fabio Passera.

Invitato a parlare del problema Matteo Iori, presidente dell’associazione Onlus ‘Centro sociale Papa Giovanni XXIII di Reggio Emilia: «Il gioco è sempre esistito, si scommetteva già nel ‘500 a Genova. Nel 1576 nasce il primo gioco regolamentato, nel tempo sempre oscillato fra concessioni e proibizioni. Da 1863 viene regolamentato definitivamente con regio decreto» ha spiegato Iori fino ad arrivare alla disciplina legislativa attuale, tra cui la legge Balduzzi.

C’è da rilevare come tutti i governi degli ultimi anni, da Prodi a Berlusconi, abbiano introdotto via via nuovi giochi. Quello di Monti è stato l’unico esecutivo che non ha introdotto nuove lotterie, anzi ha bloccato le lotterie al consumo, quello he permette di giocarsi il resto alla cassa del supermercato. Nel frattempo, fra lentezza legislativa e ricorsi al Tar, Il 13 aprile si riunirà per la prima volta la consulta nazionale del gioco d’azzardo. Le Regioni e i territori hanno cercato nel frattempo di muoversi dal punto di vista legislativo.
«I comuni hanno tutti gli svantaggi del gioco d’azzardo, ma nessun vantaggio, per questo cercano di limitare i danni».

Ma quali strumenti hanno i comuni per limitare e arginare questo problema?
«I comuni possono informare i cittadini, sensibilizzare gli esercenti e promuovere attività che scelgono di non installare videolottery e slot machine. Si possono ad esempio limitare gli orari di apertura di alcuni locali, o limitando l’accensione delle macchine, o, ancora, limitare la presenza di slot nelle vicinanze di alcuni luoghi sensibili», ha concluso Matteo Iori.

Nel corso dell’incontro è stato citato l’esempio virtuoso di Samarate, cha ha investito anni fa su un progetto di rete per informare i cittadini e limitare queste pericolose attività.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it
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Pubblicato il 31 Marzo 2016
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