Proliferazione dell’azzardo, 130 specialisti a convegno per mappare il gioco patologico
L'incontro è stato promosso dall’amministrazione comunale insieme all’Associazione AND-Azzardo e Nuove Dipendenze nell’ambito del progetto “LiberANDoci dall’Overdose da Gioco d’Azzardo”
Qual è veramente il tesoro che la nostra società si è permessa di mettere a rischio, in questi anni di proliferazione dell’azzardo? A questa domanda hanno provato a dare una risposta durante il Convegno dal titolo medesimo che si è tenuto a Cassano Magnago in Villa Oliva venerdì 29 aprile, promosso dall’Amministrazione Comunale insieme all’Associazione AND-Azzardo e Nuove Dipendenze nell’ambito del progetto “LiberANDoci dall’Overdose da Gioco d’Azzardo”, finanziato dalla Regione al Comune di Samarate (Ente Capofila) sul Bando per lo sviluppo e il consolidamento di azioni di prevenzione e contrasto alle forme di dipendenza dal gioco d’azzardo lecito. Il convegno era già al completo da un paio di settimane con ben 130 iscritti.
Dai dati diffusi durante l’incontro è emerso come in Lombardia solo nel 2015 siano stati spesi quasi 14 miliardi di euro (13.845 per l’esattezza) in gioco d’azzardo lecito “terrestre” (cioè, escluso l’online). Circa 1.702 euro a persona.
Anche il giornalista di Varesenews Tomaso Bassani ha presentato l’inchiesta svolta dal quotidiano dal quale emerge come a marzo 2016 in provincia di Varese si contavano una quantità spropositata di slot allocate in 734 bar, 144 tabaccherie e ricevitorie del lotto, e 46 Sale Giochi. Ma anche le si trovavano in 42 Sale VLT (esercizi dedicati esclusivamente alle slot), 22 corner e 17 agenzie di scommesse.
Dal grande Comune al piccolo paese, il trend di occupazione del territorio è lo stesso: ci sono più luoghi per giocare d’azzardo che farmacie. Praticamente ovunque, una capillare esposizione al gioco d’azzardo industrializzato di massa che ha stravolto i nostri territori, e durante la conferenza si è andati a vedere con quali effetti. Da un lato, mappando la presenza dei giochi d’azzardo nelle città (quanti e che tipo di locali, in quali posizioni, con quale occupazione del suolo cittadino, con quali aree rimaste “libere” dall’azzardo). Dall’altro lato, entrando in questi “non-luoghi” per osservare dal vivo chi e quanti sono i giocatori, come, quando e quanto giocano.
Ovunque si è osservata una elevata penetrazione di offerte di gioco proprio nelle zone sensibili (vicino a scuole, luoghi di cura o di culto) messe al bando dalle norme regionali a partire dal 2013 (quindi, purtroppo, non retroattive). «In altre parole – ha spiegato Daniela Capitanucci di AND -, quel che abbiamo trovato è che se le disposizioni della legge regionale 8/13 dovessero essere messe in pratica, buona parte degli apparecchi oggi in circolazione non sarebbero conformi per la loro localizzazione…e quindi andrebbero rimossi. Quali conseguenze di questa penetrazione? Esercizi un tempo destinati ad aggregazione spontanea, in particolare i bar, modificando l’offerta alla clientela hanno di fatto mutato la loro natura; si sono trasformati da luoghi di socializzazione a posti per giocare d’azzardo».
Un pool di ricercatori esperti dell’Associazione AND ha trascorso per due mesi molte ore all’interno di locali con offerta di gioco d’azzardo lecito (Slot, ma anche Gratta e Vinci, Scommesse Sportive, Lotto, 10 e Lotto, Bingo, Sale VLT, ….) in 15 Comuni di diverse dimensioni aderenti al progetto (Jerago con Orago, Cavaria con Premezzo, Morazzone, Ispra, Arsago Seprio, Taino, Besnate, Vergiate, Somma Lombardo, Samarate, Gallarate, Fagnano Olona, Ferno, Gorla Maggiore e – ovviamente – Cassano Magnago, che sul contrasto alle derive del gioco d’azzardo è attivo ormai da moltissimi anni) raccogliendo una gran quantità di informazioni e assistendo a scene di vita più spesso tristi che gioiose.
Persone appollaiate sugli sgabelli sin dalle 6 del mattino; giovanissimi che restano incollati alla slot, mentre il resto della compagnia se ne va altrove a divertirsi; anziane donne che, quasi in trance, si aggirano nelle sale VLT tenendo in mano l’ultima banconota da 10 euro prima di darla in pasto all’ennesima slot di quel pomeriggio; oppure padri di famiglia che chiedono che gli venga riservata la macchinetta mentre si affrettano ad andare a prendere il figlio a scuola, per poi poter ritornare in meno di trenta minuti a giocare ancora per altre numerose ore di fila; o ancora genitori che giocano portando con sé i loro figli minorenni nella più totale indifferenza di tutto il resto della società “civile”.
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