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“Sui frontalieri non molliamo”

La questione al centro di un intervento nel corso dell'ultimo consiglio comunale

La questione frontalieri va vista nell\'insieme delle problematiche del nostro territorio di frontiera

Ancora alta l’attenzione sul tema dei frontalieri: pubblichiamo la nota di Giuseppe Taldone, consigliere comunale e provinciale.

Non possiamo e non vogliamo abbassare la guardia sulla situazione che sta maturando intorno al futuro lavorativo dei nostri frontalieri. Sarebbe irresponsabile non essere al loro fianco oggi che vengono messi in discussione diritti lavorativi acquisiti che hanno consentito di scongiurare, qui da noi, vere e proprie emergenze occupazionali. Impensabile inoltre confidare solo sulla buona volontà di coloro che in questo momento hanno il potere decidere.

Non è la semplice difesa d’ufficio di una categoria lavorativa da noi piuttosto rappresentata. Si tratta invece di tutelare gli interessi della nostra comunità e con essi quelli di una precaria economia di frontiera. La partita è fondamentale ed il risultato finale avrà ricadute importanti sulla nostra quotidianità. Come già detto in altre occasioni, il lavoro oltre confine da tempo è diventato un vero e proprio ammortizzatore sociale, ossia uno strumento indispensabile a sostenere il reddito. Il nostro territorio infatti non è riuscito nel tempo a darsi una precisa identità economica.

Oggi paghiamo pegno con un’industria in crisi, un commercio che stenta, un pubblico impiego che non assorbe ed un turismo che non decolla. Anche Luino, dal quale ci si aspetta un effetto trainante comunitario che purtroppo si stenta ad intravvedere, vive gli stessi problemi, con una crisi incalzante ed una disoccupazione crescente.

Questa situazione di oggettiva difficoltà è sulla bocca di tutti nonostante alcune irrealistiche dichiarazioni di amministratori locali che per dovere d’ufficio si ostinano a definire la città la metà più ambita del Lago Maggiore, prendendo come riferimento l’arrivo di gente nei soleggiati fine settimana dei mesi più caldi. Ho avuto modo di incontrare il presidente della neocostituita associazione dei frontalieri, il battagliero Eros Sebastiani ed alcuni rappresentanti di organizzazioni sindacali che stanno seguendo la vicenda.

Dal confronto è emerso in modo chiaro che penalizzare fiscalmente il lavoro degli Italiani in Ticino non solo danneggerebbe i diretti interessati ma si ripercuoterebbe negativamente su tutta la nostra economia. Il nuovo accordo italo-svizzero, quando sarà a pieno regime, non dovrà gravare su voci importanti come buste paga, pensioni, indennità di disoccupazione o sanità. Nè tantomeno incidere negativamente sulla quota dei ristorni, un tesoretto indispensabile ai Comuni di frontiera per non ridimensionare molti dei servizi erogati. Purtroppo la sensazione è che nella partita dei nuovi accordi Italia-Svizzera la questione dei frontalieri possa essere secondaria ad altre logiche verso le quali il Governo centrale ha interessi maggiori.

Il rischio cioè è che sui tavoli romani i nostri argomenti possano non trovare il giusto spazio e supporto, percepiti magari come un qualcosa di nicchia e di marginale. Sostenere il lavoro, sia in Italia che in Svizzera, contro ogni forma di discriminazione è un atto di civiltà e di intelligenza democratica indispensabile per consentire alla nostra comunità di poter andare avanti. Ben venga quindi un fronte territoriale compatto, così come appare dalle dichiarazioni delle varie forze politiche e non solo, a sostegno dei frontalieri: ciò non può che rafforzare il ruolo dell’Italia nei confronti delle autorità elvetiche. Da Consigliere provinciale ho presentato una formale richiesta al Presidente della Provincia di Varese, Gunnar Vincenzi, per sapere, al di là delle dichiarazioni di facciata, se e come si sia finora mosso su questo argomento.

Ho rimarcato quanto sia importante che lui rimanga in partita, cercando di far pesare il prestigio dell’ente che rappresenta nelle giuste sedi politiche ed istituzionali. Sarebbe infatti insopportabile che la Provincia di Varese fosse non considerata o estromessa da una questione così importante: nell’immaginario collettivo questo alimenterebbe l’idea sbagliata di un Ente completamente inutile.

Anche nel corso dell’ultimo consiglio comunale ho chiesto formalmente che Luino non abbassi la guardia e continui a sostenere in ogni sede le ragioni dei frontalieri. Politica ed istituzioni in questo momento hanno un’occasione importante per dimostrare di essere uno strumento valido e credibile in grado di tutelare dignità ed interessi di una comunità.

Giuseppe Taldone, consigliere provinciale, capogruppo de ‘La grande Luino’.

Pubblicato il 11 Giugno 2016
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