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La strisciante “scomparsa” di Voldomino Inferiore

Una piazza che sta svanendo dietro le serrande abbassate dell’ultima attività che ha fatto i bagagli poco tempo fa lasciando un ironico messaggio sulla porta

Voldomino e i negozi che se ne vanno

Difficile non cogliere l’amara ironia di un lettore che su twitter, commentando l’arrivo di Matteo Renzi in visita alla Varese che produce, inoltra Varesenews la foto di un negozio chiuso: “Raccontate anche queste, di realtà”. Giusto.

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Un negozio qualsiasi, in un posto qualsiasi. Ma non è così, perché per chi lo abita, nessun posto è uguale all’altro. Per questo dalle serrande abbassate del “Galaxy computer”, in piazza Aldo Moro a Luino emerge un piccolo spaccato composto di fatti che ricostruiti danno una visione chiara di quello che sta avvenendo in questo quartiere luinese che sa poco di lungolago romantico e Piero Chiara.

SERRANDE ABBASSATE – Siamo difatti a Voldomino Inferiore, rione popolare fra il fiume Tresa e l’ospedale, in una piana che si allunga fino ad entrare nel fondovalle.
Poche scale percorse in un baleno e si arriva in una piazza sopraelevata e vuota. Piazza Aldo Moro, poche persone. Pochissimi i negozi: c’è una farmacia comunale, proprio di fianco alla chiesa, un bar e una parrucchiera. Il resto è tutto una serranda abbassata. Questa piazza non si vede dallo stradone che dall’ospedale porta verso la periferia, e non la si nota quasi neppure entrando nel quartiere.
«Ha chiuso tutto, ha chiuso il macellaio, il fruttivendolo, il negozio di alimentari, la cartoleria. Hanno chiuso anche i depositi dei monopoli di stato, dove c’erano le sigarette – racconta Maria Cipolla, che dal novembre 2014 gestisce il bar d’angolo nella piazza ma che qui vive da molto tempo – . Ora restano solo le foglie a terra, le macchine parcheggiate, e basta. Anzi, la chiesa: ecco quella è ben tenuta».

MARZIO SE N’E’ ANDATO E NON RITORNA PIU’– Ma dove eravamo rimasti? Già il lettore, il “Galaxy computer”. La chiusura del negozio, molto frequentato e conosciuto in zona per le riparazioni ma anche per la vendita di tecnologia non è ovviamente passata inosservata. Da oltre un mese la clère è giù e alla porta campeggia incollato un messaggio d’addio dal sapore sarcastico: “Chiuso per sempre. Ringrazio la clientela affezionata e non…”.
«Sì, è andato via, è in Romania con la moglie», dice Valentino Verni, dell’Anffas Luino, associazione che si dà parecchio da fare per sostenere ragazzi disabili e che ha la sede quasi in faccia all’ex negozio di pc. 
«Lo conosco, sì, si chiama Marzio – spiega valentino – ci aveva venduto una segreteria telefonica anche a noi. Il negozio era qui da tanto, da almeno una ventina d’anni. Poi qualche mese fa è venuto a salutarci: “Vado in Romania, al paese di mia moglie, saluti e baci”. Ha chiuso. E non torna più, come tante, troppe attività di questo quartiere».

Voldomino e i negozi che se ne vanno

ARROSTICINI E MICROCHIP – Ma c’è un colpo di scena sulle sorti dei negozi nel quartiere di Voldomino Inferiore, perché quello di Marzio non è l’ultimo ad aver serrato i battenti. Proprio ieri l’altro è stato l’ultimo giorno del circolo di Voldomino, che ha chiuso il cancello in ferro battuto, proprio mercoledì. Ce lo conferma all’ora dell’aperitivo Angelo Corda, titolare del bar Tre Pini: «Sono andati via proprio ieri. Chiuso. Han portato fuori i mobili, erano marito e moglie» (nella foto qui sopra).
Ma conosceva il gestore del negozio di computer? Anche lui ha chiuso di recente… «Sì che lo conoscevo, se n’è andato in Romania, ma mi risulta che abbia cambiato lavoro, sia andato a fare salamelle e arrosticini, una roba del genere».
Altri insistono sulla nuova attività balcanica che ripercorre le orme tecnologiche di quella lasciata oramai spoglia qui a Voldomino. Ci sarà una “Galaxy Computer” anche a Bucarest, chi lo sa.

Certo, racconti a parte, basta fermarsi un attimo a riflettere sulle sorti dei luoghi per accorgersi di qualcosa che qui sta accadendo. In fretta e senza troppo dare nell’occhio, in maniera strisciante certi luoghi si trasformano, e con essi cambiano i volti delle piazze e delle strade, ma forse anche un po’i cuori, gli umori e i sogni di chi li abita.
Così la frequentazione di una piazza si dirada, il viavai svanisce e il quartiere fatica a identificarsi come un’entità viva.

Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it
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Pubblicato il 04 Novembre 2016
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