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“Luino triste”, arriva la maglietta sfottò

L’ha realizzata un grafico giramondo che la venderà per sostenere il progetto imprenditoriale di un amico che gestisce una baita a Dumenza. “Questa città è la mia casa e criticarla non serve a nessuno”

Avarie

Luino è triste? Allora indossala, e vediamo se è vero.

Esistono diversi modi per esprimere la propria opinione: scrivere, postare, o scattare una foto. In città il terzo giorno di rivolta collettiva contro i comici che hanno bollato Luino come luogo triste c’è anche chi ha fatto una maglietta a tema.

Si chiama Stefano Mazzari, 57 anni, luinese, anche lui a suo modo emigrante con la sua storia di “emigrante” da raccontare: anche lui a Milano, per lavoro, poi a Zurigo, ma sempre con un filo che parte qui sul lago e che sul lago resta.

«Ma certo: è inutile criticare Luino se da qui sei partito: lo sanno anche i sassi che per alcuni lavori – per tutti mi verrebbe da dire – la provincia è più difficile. E allora? C’era bisogno di tutto questo casino?»

Stefano fa il grafico marketing e ha lavorato per le multinazionali, ma un anno e mezzo fa ha aperto un negozio dove vende oggetti stampati, tra cui le magliette; e ha pure un laboratorio dove coi plotter stampa manifesti o vetrofanie.

«Succede che ieri mi son trovato con un amico, Matteo Guglielmini, che gestisce il rifugio di Dumenza all’alpe di Bovis. Siamo andati a bere un caffè e abbiamo naturalmente scambiato le nostre impressioni sulla polemica del giorno, quando ci è venuta un’idea: perché non fare una maglietta su questo tema? Sono corso in laboratorio, ne avevo una già “lavorata” a nero e ho messo giù un’idea grafica, che è poi la maglietta che ora stiamo stampando».

Neppure il tempo di mettere l’immagine su Facebook che sono arrivate le prime telefonate di persone che assolutamente la volevano. «Ne farò una versione bianca e una nera, stampata a bianco. Costano rispettivamente 23 e 17 euro. E mi è venuta anche un’altra idea: visto che Matteo ha bisogno di un sostegno per continuare la sua attività di gestore del rifugio, su a Dumenza, assieme alla mia compagna abbiamo deciso di devolvere parte degli incassi delle magliette all’Alpe Bovis, il  suo progetto imprenditoriale, che ha fatto rinascere un posto bellissimo».

Una domanda, Stefano, lei per lavoro ha girato tutto il mondo. Perché è tornato a Luino?

«Perché Luino è un posto che non si lascia. E io non l’ho mai lasciata. Quando lavoravo a Zurigo, lo facevo da pendolare: 4 ore di andata, 4 di ritorno, in auto o in treno: pensi che sono scampato alla tragedia del Gottardo…Quel giorno ero in treno. Luino è casa mia, e come tutte le case può piacerti, puoi dire che ti piacerebbe vederla migliorata, ma è sempre casa tua. Capisco le difficoltà degli artisti, ma ce lo insegna Morandi: uno su mille ce la fa. A Milano non è detto che tu ce la faccia. Milano è una possibilità. Invece di criticare Luino, forse sarebbe meglio valorizzare quel che si ha».

Per le magliette “virali” : il negozio di Stefano è in Via Bernardino Luini, 9 zona piazza Risorgimento. Ha anche un sito – http://www.lagonelpagliaio.gallery/ – oltre alla pagina Facebook.

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Andrea Camurani
andrea.camurani@varesenews.it
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Pubblicato il 17 Febbraio 2017
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