L’adozione impossibile di Sarah: “Mia figlia bloccata in orfanotrofio da due anni”
L'attrice luinese Sarah Maestri sarà domani alla Camera dei Deputati per parlare della situazione di stallo della commissione per le adozioni internazionali: "Il mio problema è quello di centinaia di famiglie"
Seduta sul pavimento della tua cameretta, sfoglio i tuoi disegni.« Mamma sei andata in quel posto dove c’è il presidente?», «sì amore ci vado tutti i giorni», « e cosa ti hanno detto?», « ancora nulla, bisogna aspettare».
Sono trascorsi 700 giorni (2 anni) dal mio decreto d’idoneita’ all’adozione, ma la mia bambina insieme ad altri 200 bambini, è ancora in orfanotrofio e non hanno ancora potuto abbracciare le loro 150 famiglie pronte ad accoglierli definitivamente. Noi genitori continuiamo la nostra battaglia, uniti nel nostro dolore mentre da questo governo ancora tutto tace. Vi prego non lasciateci.
Lo scrive Sarah Maestri, attrice e produttrice cinematografica luinese, sulla sua pagina facebook per accendere un faro su una situazione che non trova uno sbocco e che rischia di creare problemi a molti bambini che stanno aspettando di poter abbracciare le famiglie disposte ad adottarli. Tra questi c’è anche la sua figlia adottiva, bloccata in un orfanotrofio in attesa di poter tornare da quella che considera sua madre a tutti gli effetti.
Il decreto di idoneità di Sarah, infatti, è del giugno 2015 ed è esecutivo; il suo problema è uguale a quello di tante altre famiglie, di madri e padri che hanno iniziato l’iter per un’adozione internazionale.
«Non voglio entrare in questa guerra – sottolinea l’attrice luinese – ma insieme ad altri abbiamo voluto scrivere una lettera, sottoscritta da centianaia di famiglie in attesa di adozione, al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni (di fatto oggi presidente della Commissione adozioni internazionali in attesa della nuova nomina, ndr) per sbloccare questa situazione di stallo».
Da molto tempo alla Cai non rispondono a nessuno, né al telefono né alla mail, il mandato della Vice Presidente Silvia Della Monica è scaduto il 14 febbraio ma il nuovo presidente non è stato ancora eletto. Questo significa che la commissione non ha un referente istituzionale e quindi risulta a tutti gli effetti non operativa. Nel frattempo la figlia di Sarah e gli altri bambini sono in orfanotrofio, di adozioni non se ne parla perchè c’è paura e i numeri delle richieste sono in netto calo.
La figlia di Sarah si chiama Alesia, ha 14 anni e vive nel più grande orfanotrofio della Bielorussia: «Posso avere figli, posso sposarmi e sono cattolica praticante – spiega Sarah trattenendo a stento le lacrime -. Avrei voluto dare a questa bambina una madre e un padre. Mi è stato chiesto di accoglierla tramite un progetto di risanamento della Puer, nato dopo lo scoppio della centrale di Chernobyl». Domani, giovedì, si terrà alla Camera alle 14.30, la conferenza stampa sul tema (diretta streaming sul sito della Camera dei Deputati, ndr). Alla conferenza darà il suo contributo anche Sarah insieme ai deputati Moscatt e Gribaudo e Iori.
L’attrice ha anche realizzato un cortometraggio dal titolo“Il mondo fuori da qua”. Un’inedita rivisitazione del Pinocchio di Collodi, girato all’interno del più grande orfanotrofio della Bielorussia per documentare il progetto di accoglienza che dopo la catastrofe di Chernobyl ha portato in Italia oltre centinaia di migliaia di minori bielorussi. Grazie a questi progetti oggi il 30% dei bielorussi parla italiano.
La figlia di Sarah aveva 8 anni quando è arrivata per la prima volta in Italia. Il rapporto tra loro è diventato sempre più profondo e dopo un paio d’anni ha deciso di adottarla. Dopo anni di studi, visite, esami e tutto quello che serve per essere definiti idonei, nel 2015 ha ottenuto l’idoneità.
Alesia è ripartita il 14 febbraio 2017, per l’ennesima volta nel giorno del suo compleanno, e tornerà sabato per una settimana ma dovrà salutarla ancora una volta. L’elenco dei bambini adottabili, infatti, si è fermato nel 2015 a pochi nomi da lei, e l’Italia non ha ancora provveduto, tramite la Cai, ad inoltrare la successiva lista di famiglie che chiedono di adottare i loro figli. Da due anni entrambe attendono questo elenco mentre la bambina è diventata adolescente.
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