Paura delle scorie nucleari, in tanti alla serata informativa
Sala piena per l'incontro voluto dall'amministrazione comunale e dal Jrc per spiegare e rispondere alle domande sul nuovo deposito temporaneo di stoccaggio delle scorie nucleari
Nessun pericolo per la sicurezza, nessuna incidenza sulla salute dei cittadini, rapporto costante con l’amministrazione comunale e interventi studiati e meditati in ogni aspetto.
È stata una serata molto partecipata quella che si è tenuta lunedì 18 settembre all’Oratorio di Ispra e organizzata per far conoscere il nuovo deposito temporaneo di scorie nucleari del JRC.
Un incontro aperto ai cittadini, organizzato dall’amministrazione comunale in collaborazione il JRC, i cui esperti hanno fortnito tutte le informazioni su questo nuovo sito di stoccaggio, dopo le notizie confuse e spesso inesatte diffuse nei mesi scorsi che hanno allarmato parecchie persone.
Sono diverse infatti, le domande che sono seguite all’intervento degli esperti, «una prima cosa da chiarire è che questo non diventerà un deposito nazionale. Nel nuovo deposito verranno stoccati solo i fusti con le scorie del Jrc di Ispra, in attesa di essere trasferite nel deposito nazionale, non appena sarà costruito» ha spiegato Tien Stroosnijder, capo dipartimento della sicurezza e gestione del sito di Ispra-Jrc: «Inoltre, non verranno smaltite scorie provenienti da altri impianti. Lavoriamo su questo territorio da anni e ogni nostra operazione è vigilata e approvata secondo le regolamentazioni delle Stato Italiano».
Come spiegato da Paolo Peerani, capo unità di disattivazione degli Impianti Nucleari, il programma di disattivazione e gestione dei rifiuti del Jrc risale al 1999 e ha lo scopo di eliminare progressivamente gli impianti nucleari all’arresto. Ogni processo per arrivare al risultato è lungo e complesso ma verificato in ogni sua parte». Il termine è previsto per il 2030, con il rilascio del sito in una condizione di non rilevanza radiologica che gli esperti definiscono con l’espressione “green field”, ovvero un’area sicura. «Ci vorranno circa quindici o vent’anni per concludere l’operazione», ha sottolineato Peerani, rispondendo anche alle domande del pubblico, allarmato per questo tipo di passaggio: «Ogni operazione comporta dei rischi ma abbiamo fatto tutti i test necessari perchè tutto avvenga nella massima sicurezza. Abbiamo attrezzato l’area 40 all’interno del Jrc con tutte le infrastrutture che serviranno per gestire tutti i rifiuti generati qui in 60 anni di ricerca nucleare, più le strutture che ci sono servite per il programma, come i laboratori di misura e le stazioni di cementazione per fissare i rifiuti radioattivi e isolarli così dall’ambiente».
Un altro aspetto, non meno importante, è quello della salute. Salvatore Pisani, direttore Uoc Epidemiologia dell’ATS, ha mostrato gli studi effettuati sui potenziali danni causati dalla presenza o dall’esposizione a emissioni radioattive: «Lo studio è stato fatto prendendo una mappatura di circa cinque chilometri dal JRC di Ispra e coinvolgendo 11 comuni, per un totale di circa 34mila persone. In particolare ci siamo soffermati sull’incidenza di tumori maligni negli adulti e nei bambini e abbiamo verificato che non ci sono dati significati rispetto ad una possibile esposizione a scorie radioattive».
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