“Bene attivare un dibattito su Giorgio Almirante”
Sull'intitolazione della via all'esponente e fondatore del Movimento Sociale Italiano interviene anche l'assessore Dario Sgarbi
Sulla proposta di intitolazione di un luogo pubblico a Giorgio Almirante interviene anche l’Assessore Comunale Dario Sgarbi. “Premetto che in questi quasi otto anni da assessore mi sono sempre occupato di questioni tecniche attinenti il bilancio e il patrimonio, ma questa volta non riesco a stare zitto“. Inizia così la lunga dichiarazione di Sgarbi conosciuto in comune per la sua rigidità e per i suoi modi talvolta bruschi, tanto da essere soprannominato “Il vecchio Leone”: “Non è possibile che ogni volta che si proponga qualcosa che non sia benedetto dall’intelligencija di sinistra parta il finimondo. Sinceramente sono stufo di questa morale catto-comunista che ci viene sempre propinata. Qualche anno fa l’allora segretario Cittadino del PD ebbe addirittura a darci dei fascisti soltanto perché avevamo dedicato una scalinata a lago a Guido Fontebuoni, marinaio luinese morto nell’affondamento dello Scirè. Questo soltanto perché il sommergibile era comandato dal Principe Borghese. Ma è possibile andare avanti così? Ma è possibile continuare a dover prendere lezioni da una sinistra benpensante, la cui massima aspirazione è lo Ius Soli?”.
È davvero la prima volta che Sgarbi parla di argomenti diversi dai conti del Comune ma non si ferma:” Non ho ancora parlato con il Sindaco in questi giorni impegnato nell’organizzazione del tavolo di lavoro sulle crisi aziendali, ma voglio esprimere il mio pensiero sulla proposta di Contini.
La questione non è tanto se sia giusto o meno intitolare una via a Giorgio Almirante. Noi siamo cresciuti nel suo mito, nella sua indiscutibile onestà di pensiero e morale, ma sono altrettanto legittime le opinioni contrarie. La questione è profonda: in questo paese è vietato affermare che c’è stata e c’è una destra che, dal dopoguerra in avanti ha saputo difendere valori fondamentali come quello della patria, dell’identità nazionale, della famiglia e del lavoro. Che ci sono stati giovani che, negli anni del terrorismo, hanno perso la vita per l’affermazione di questi valori, uno per tutti Sergio Ramelli. Quindi, bene ha fatto Mario Contini ad avviare questo dibattito”.
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