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Luino-Gallarate, “riapre la linea, ma i problemi sono sempre gli stessi”

In un lungo comunicato sindacale i vigili del fuoco fanno il punto. “Perché non investire in un treno di soccrso?”

Avarie

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato integrale della Segreteria Territoriale FNS CISL dei LAGHI dei Vigili del Fuoco in merito alla questione della sicurezza sulla linea ferroviaria Luino-Gallarate anche alla luce della fine dei lavori di adeguamento in vista dell’apertura di Alptransit

Sono ormai passati ben due anni dalla nostra prima “denuncia” nella quale segnalavamo che erano stati stanziati milioni di euro (quasi 200) per l’ammodernamento della linea ferroviaria Gallarate-Zenna, ma che non era stato previsto alcun investimento per quanto concerneva la sicurezza della popolazione nel malaugurato caso si fosse verificato un incidente ad un treno trasportante merci pericolose o comunque un incidente ferroviario di qualsiasi genere.

Le nostre parole fecero scalpore e, a seguito della missiva, vi furono anche diversi politici che si spesero in rassicurazioni o esperti dell’ultima ora e di ogni altro tipo che fecero proclami rassicuranti asserendo addirittura l’esistenza di nuclei specialistici, dei quali, solo loro ne erano a conoscenza. Passò circa un anno e i lavori di ammodernamento della linea cominciarono.
Anche allora, noi tornammo sulla stampa, denunciando che non era stata presa alcuna contromisura atta a consentire ai vigili del fuoco del locale distaccamento di Luino e anche a livello provinciale e regionale. (Soprattutto per quanto concerne la sede di Busto-Gallarate la quale sorge anch’essa in prossimità del nodo intermodale ed è la prima chiamata ad intervenire pur non avendo alcun mezzo N.B.C.R. (Nucleare Biologico Chimico Radiologico). La nostra richiesta era di poter disporre di adeguate attrezzature per poter far fronte ad un intervento sia esso di incendio e/o di tipo chimico ad un convoglio ferroviario.
Qui è bene chiarire che: la tratta ferroviaria in questione, parte dal nodo intermodale HUPAC di Busto Arsizio e da quello merci di Gallarate per raggiunge prima Sesto Calende (nella cui stazione si verificò proprio lo scorso anno la perdita di una sostanza tossica da una ferro cisterna che causò l’evacuazione totale dell’edificio e l’intervento massiccio dei VVF, anche da Milano in quanto il locale distaccamento di Somma Lombardo è privo di mezzo N.B.C.R.), per poi dividersi in due tratte, tecnicamente chiamate “pari e dispari” per raggiungere poi Laveno Mombello e quindi Luino e la Svizzera. Una tratta perciò, che attraversa e interessa gran parte del territorio provinciale, dall’estremo sud all’estremo nord, transitando dentro molti dei centri abitati che incontra in questo lungo percorso, in parte sdoppiato. Ma cosa è accaduto invece nella vicina Svizzera?
Innanzitutto, è stata fatta l’importante e realistica considerazione: che il rischio zero non esiste. A fronte di ciò, la preparazione dei Corpi Pompieri, sia quelli delle ferrovie federali, (ebbene sì, in Svizzera le ferrovie hanno i Pompieri! n.d.r.) che quelli dei Corpi Comunali e Cantonali, è cominciata con anni di anticipo studiando e preparando procedure e acquistando materiali che gli consentono, adesso, di affrontare le ben 28 tipologie di eventi probabili individuati. Fiore all’occhiello di questa preventiva e mirata preparazione è stato sicuramente la realizzazione e l’acquisto di un nuovo treno di spegnimento e salvataggio o TSS entrato in servizio già nel 2014 e che ha sostituito il precedente modello 2008 allora di stanza alla stazione di Bellinzona. Ma non si sono fermati qui. Per il 2018, è già previ – sta l’entrata in servizio di un nuovo treno ancora più moderno e performante, del costo complessivo di 15 ml di Franchi svizzeri che prenderà servizio alla nuova caserma dei pompieri ferroviari di Biasca (CH), (costruita per l’occasione) così di poter essere più vicini per eventuali interventi nel nuovo tunnel di base del Gottardo, facente parte del medesimo asse ferroviario che dall’Italia sale verso nord. Ma, tanto per una corretta informazione, va ricordato che anche altri paesi europei si sono dotati di questo tipo di treni di soccorso e che, anche in Italia, non mancano gli esempi, come quello della provincia autonoma di Bolzano, che ha in progetto la messa in servizio di un TSS per garantire il soccorso sulla nuova tratta ferroviaria del Brennero, la cui realizzazione partirà nei prossimi anni. La filosofia, molto concreta, che nonostante l’adozione attiva e passiva di misure di sicurezza, non è possibile scongiurare qualsiasi incidente ( come ricordato prima per Sesto Calende e come accaduto il 6 dicembre scorso in Germania, nel Nord RenoWestfalia, o più indietro nel tempo a Viareggio) sia assolutamente doveroso essere pronti ad affrontarlo. Logica di pensiero sensata e condivisibile da chiunque. Ora, la domanda sorge spontanea: sono pazzi i nostri vicini di confine che investono milioni di franchi in mezzi e attrezzature e formazione del personale di soccorso, o i pazzi siamo noi italiani, che sembriamo sempre sperare solo nella buona sorte? Domenica 10 dicembre, c’è stato il taglio del nastro della “nuova/vecchia” ferrovia, così, dalla prossima primavera, i super treni da 750m trasportanti ogni tipo di materiale e sostanza, potranno sfrecciare tra molti dei paesi della nostra provincia, accanto alle nostre case, accanto ai treni delle migliaia di pendolari che ogni giorno vanno al lavoro e vicini ad ogni altra normale attività quotidiana. Tutto ciò, in spregio alle richieste di quanti, come i Vigili del Fuoco, sono in prima linea per difendere la popolazione, ma in spregio anche alle garanzie di sicurezza che la popolazione giustamente invoca. Da dopo il terremoto e la tragedia di Rigopiano, in molti si sono fatti portabandiera dei Vigili del Fuoco che, nonostante uno stipendio non commisurato alla professionalità dimostrata e ai rischi quotidiani corsi, non si tirano mai indietro quando si tratta di garantire la salvaguardia delle persone e delle cose. Di fatto, sono restate solo tante parole. Nulla è cambiato.
Quindi, al momento, quali sono le alternative a disposizione? Forse inventarsi qualcosa su due piedi per riuscire a raggiungere in qualche maniera un punto inaccessibile della linea ferrovia come quelli presenti tra Gallarate e Laveno e/o Sesto e Leggiuno? Inventarsi come portare soccorso ad un treno passeggeri che ha preso fuoco nella galleria Sasso Galletto lunga 3 chilometri o nella Mombello lunga 2 ? Riflettiamo e rendiamoci conto che non è questo il modo responsabile di agire nei confronti della collettività tutta, e che le nostre non ci sono mai sembrate richieste folli. Abbiamo sempre chiesto il minimo per poter intervenire, per poter tutelare sia i soccorritori, che ancor più coloro da soccorrere. Il nostro lavoro di pompieri è parte di una scelta di vita consapevole. Il rischio fa parte del nostro mestiere ma, ci sembra imprescindibile, chiedere di avere l’indispensabile per garantire di agire in sicurezza e poter così garantire di portare concretamente soccorso ad un evento incidentale. E invece notiamo che i fondi (quando si vuole) si trovano per tutto, sia per l’essenziale e a volte anche per il superfluo. E altrettanto responsabile dovrà essere lo studio e l’adozione di procedure di soccorso, così come avvenuto in Svizzera.
Qualcuno ci sta pensando? Lo speriamo. Tanto per tornare alla Svizzera, per fare una corretta informazione, è bene sapere che, in questo paese grande poco più della Lombardia e quasi con lo stesso numero di abitanti, sono in servizio ben diciassette treni TSS dei pompieri delle ferrovie federali, ognuno con un equipaggio di 15 professionisti, in grado di intervenire in un tempo massimo di 45 minuti su tutta la rete ferroviaria nazionale. Nel Cantone Ticino ne sono presenti ben 2. Uno a Biasca e uno a Chiasso, altro nodo intermodale importante. Un terzo si trova al portale nord del nuovo tunnel di base del Gottardo. Di questi treni il prossimo anno ne saranno dismessi quattro del modello 1996, perfettamente funzionati ed equipaggiati, oltre che omologati anche per la circolazione sulla rete ferroviaria europea e saranno sostituiti con convogli più moderni ed adatti alle nuove esigenze operative.

I sopra citati treni verranno messi in vendita al prezzo di rottame di 1 CHF alla tonnellata, per un costo stimato cad/1 di circa € 80.000! Questa potrebbe essere un’ ottima occasione per reperire dei mezzi perfettamente funzionanti, che potrebbero diventare lo spunto per cambiare la tendenza pressappochista tipicamente italiana. Già in passato, una commissione VVF e Trenord, tentò l’acquisizione di un TSS modello 1976 in perfette condizioni ma, a causa dei soliti intoppi burocratici, non ci fu alcun risultato concreto. Inoltre resta il nodo del distaccamento dei vigili del fuoco di Luino. La nuova sede dovrebbe sorgere ex novo nella frazione di Voldomino. E’ già stata individuata l’area e firmato un primo accordo, ma manca tutto il resto, compresa la progettazione a data da definirsi.

Da informazioni in nostro possesso, la stazione ferroviaria di Luino, sta avendo un importante riassetto organizzativo, con molte aree che sono e saranno dismesse e/o destinate ad altri servizi. Una seria valutazione potrebbe essere fatta, considerando l’acquisizione di uno dei TSS in dimissione dalla svizzera, concentrando se possibile gli investimenti per la nuova caserma, pensando ad esempio alla ristrutturazione delle vecchie officine ferroviarie, che sorgono a sud della stazione, trasformandole in nuova sede dei vigili del fuoco, consentendo di poter disporre dell’intervento immediato del treno di spegnimento e salvataggio con personale VVF, oltre alla copertura quotidiana del territorio. La posizione e le capacità operative, sarebbero strategiche.
Sarebbe inoltre opportuno dotare le sedi di Busto, Laveno Mombello e Somma Lombardo di idonei strumenti e\o veicoli atti a contrastare almeno in una prima fase, eventuali perdite di sostanze chimiche. E allora rilanciamo un altro appello: la politica locale e non, sia concreta e responsabile e inizi a preoccuparsi dei propri elettori e di tutti i cittadini, oltre che di coloro che cercano, tra mille difficoltà, di garantire la sicurezza !

Per la Segreteria Territoriale FNS CISL dei LAGHI ( Massimo Isgrò)

Pubblicato il 11 Dicembre 2017
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