I volontari antincendio contestano Comunità Montana
In una lettera aperta il disappunto per la gestione da parte dell’Ente. Il presidente Piccolo: “Non me ne hanno mai parlato”
Nel nord della Provincia da tempo quando si parla di prevenzione degli incendi boschivi si parla di “COAV”: è il Coordinamento Antincendio Boschivo che include decine di volontari provenienti da ogni paese della zona che comprende la Comunità Montana valli del Verbano.
Ora, in una lettera aperta – firmata dal coordinatore intercomunale Giambattista Piana e tra gli altri anche dai “DOS” Alessandro De Buck e Dario Bevilacqua (che si distinsero durante le giornate di passione per lo spegnimento dell’incendio al Campo dei Fiori) – inviata ai vertici di Comunità Montana emerge “che qualcosa a livello ‘politico ed amministrativo’ si è rotto – si legge nella missiva datata 16 dicembre – . COAV accusa il preoccupante cambiamento nell’atteggiamento in primis politico, poi tecnico, riferito alla modalità di gestione e di imprinting che l’attuale Amministrazione di Comunità Montana Valli del Verbano trasferisce a sfavore delle attività del Coordinamento e per alcuni versi anche del Servizio Associato di Protezione Civile, funzione nella quale gli Amministratori Locali credono e immettono risorse con l’auspicio di ricevere supporto e servizi”.
“Oggi COAV non è più supportato dalla volontà politica ed Amministrativa dell’Ente – continua la lettera – . Si assiste invece alla volontà di frenare l’attività del Coordinamento sia in termini Amministrativi sia, da parte della Direzione dell’Ente, di costipare la gestione del Servizio attraverso la riduzione delle risorse del personale degli uffici competenti, in controtendenza con quanto a suo tempo auspicato, di avere ulteriori risorse di personale.
Questo atteggiamento sta annientando la fiducia del Volontariato e di parte degli Amministratori locali nei confronti dell’Ente gestore del Servizio, e questo come potete comprendere, non possiamo permetterlo. Ciò che si è costruito in anni di sforzi e di intensa attività, non può essere minato da un atteggiamento “picconatore” da parte della stessa Amministrazione che come detto dovrebbe avere ruolo opposto.
Per evitare che questa situazione diventi un percorso senza ritorno, COAV attraverso i componenti del Tavolo Tecnico, chiede un incontro urgente con tutte le figure citate in calce a questa missiva e doverosamente informa dello stato di fatto gli Amministratori locali, primi fruitori del Servizio Associato di Protezione Civile e quegli Enti che in funzione di convezioni attive, dovranno continuare ad essere garantiti dalle attività emergenziali del Coordinamento Antincendio Boschivo“.
Ancora: “COAV, attraverso i componenti del Tavolo Tecnico chiede che l’Amministrazione di Comunità Montana Valli del Verbano modifichi l’approccio ‘ostruzionista’ che oggi perpetua nei confronti del Coordinamento Antincendio Valli del Verbano e del Servizio Associato di Protezione Civile. Chiede che sia dato input alla ‘cieca’ Direzione dell’Ente di attivarsi per ‘riconsiderare centrale’ il Servizio Associato di Protezione Civile attraverso il totale impiego delle risorse degli uffici competenti, atto che dovrà garantire a COAV ed agli Amministratori Locali la celerità delle risposte, che ad oggi purtroppo non risultano più consone nè soddisfacenti al mantenimento della qualità del Servizio.
COAV, con questa missiva, intende inoltre indicare che le responsabilità dell’eventuale mancato funzionamento del sistema emergenziale del territorio, sarà da ricercare nel contenuto testuale di queste righe e non certo nella mancanza di professionalità e preparazione che negli anni il volontariato territoriale ha dimostrato di possedere”.
La lettera è stata girata alla stampa dal sindaco di Brenta e consigliere di minoranza dell’Assemblea di Comunità Montana Gianpietro Ballardin, che esprime “grande preoccupazione” per la situazione, fornendo al contempo la sua disponibilità per un incontro.
Per Giorgio Piccolo, presidente di Comunità Montana Valli del Verbano, si tratta di un fulmine a ciel sereno: «Nessuno, tantomeno i volontari, mi ha mai parlato di quanto scritto nella lettera. E a questo punto nei prossimi giorni, e comunque entro la settimana, convocheremo un tavolo di confronto per affrontare subito il contenuto di questa missiva. Nel merito, vorrei meglio capire che vuol dire “atteggiamento picconatore”. Un esempio? Per l’attività di protezione civile di valle è stata predisposta un’apposita convenzione che di fatto dà al COAV una nuova sede della protezione civile, a Cuveglio: uno spazio dotato di tutti i servizi, che permette un’attività baricentrica rispetto alle esigenze della valle. Non so davvero a cosa si riferiscano i volontari con le parole che ho letto, ripeto, con grande stupore».
Sulla questione interviene anche l’assessore alla protezione civile di Comunità Montana Carlo Molinari: «Nella lettera si parla di “approccio ostruzionista”. Bene, io rispondo così: esercitazioni, continui corsi di aggiornamento, richiesta di entrata nei gruppi di protezione civile di comuni fuori dalla Comunità Montana, operazioni congiunte di spegnimento incendi: devo proseguire? Questi sono i risultati ottenuti in questi anni, risultati apprezzati e che fanno della nostra realtà un punto di riferimento provinciale. Ora, all’improvviso, saltano fuori queste parole. Ritengo siano polemiche pretestuose e strumentali».
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