Il paese delle lucine fa il botto
Famiglie intere e turisti che arrivano in pullman per ammirare il bosco incantato e le luminarie. L’indotto ringrazia
Il signore con la barba e la bambina piccola nel passeggino scendono dall’ascensore a Santa Caterina del Sasso, in un pomeriggio tra dicembre e gennaio per godersi il sole: un euro per scendere, uno per salire, e ci si immerge tra gli affreschi e un po’ di silenzio dato dall’affaccio sul Verbano, unico al mondo.
Il signore con la barba, la moglie e la bambina li incontri poi anche all’imbrunire dentro al bar della piazza di fronte alla cioccolata, nell’attesa che venga buio (altri 4 euro).
Subito dopo lo trovi in coda per entrare al bosco incantato (offerta libera, circa un euro).
E, ad un orario di solito in forte anticipo sulla tabella del ménage familiare, in trattoria dove ad attenderli c’è addirittura il “menù delle lucine”: un piatto di polenta e brasato, una fetta di dolce, o quel che vuoi: una famiglia di tre persone spende meno di 40 euro. Tutto sommato una spesa modesta per un pomeriggio in cui scoprire ciò che sta diventando una vera e propria attrazione che ha superato i confini della provincia, le lucine di Leggiuno.
Sono loro, infatti, queste illuminazioni natalizie per le quali ci si mette in coda sotto zero, che stanno trainando il turismo del medio Verbano, lago che diventa “mare d’inverno” con volti nuovi e viavai di turisti. Non c’è solo il Lago Maggiore a far muovere tanta, tanta gente, turisti in cerca di qualcosa in più, dello stupore della prima volta, e di stupire amici e i parenti, magari con un secondo o un terzo giro: «Vieni con me, ti porto a vedere un posto unico».
«Sì, è così, in tanti, fra quanti vengono ad ammirare le lucine, poi tornano di nuovo – spiega Fabio Betti, artefice, assieme al padre e a numerosi volontari, del paese delle luci – Ad oggi abbiamo già superato le 100 mila presenze, sono 110 mila, per l’esattezza. E a beneficiarne è Leggiuno ma anche i paesi vicini, molti dei quali hanno proposto un menù ritagliato apposta sulle famiglie».
Così, seduti, dopo il giro si riesce a trovare un’ora di tregua, al caldo.
Una grossa mano per gli esercenti della zona, come ricorda la ristoratrice Elena Contini, cognome storico di queste parti, entusiasta dell’iniziativa: «La nostra è un’attività a conduzione famigliare di solito aperta solo a mezzogiorno. Ma abbiamo deciso di fare uno sforzo per garantire l’apertura serale. E i clienti arrivano, e poi tornano».
Arrivano da Varese, da Busto, Gallarate e da Milano, e anche dalla sponda piemontese, che per una volta ammira cosa si sono inventati i dirimpettai.
In questi giorni anche diversi pullman hanno riempito i parcheggi di Leggiuno con un tour fotocopia: l’Eremo col chiaro, le lucine col buio.
Stessa sorte anche per i bar e gli altri esercizi del centro che sono pieni nel pomeriggio per via di chi anticipa la ressa per arrivare in paese col chiaro, stare al caldo e godersi la prima accensione, verso le 18.
Non è improprio parlare di ressa, in alcuni momenti: gli organizzatori affermano che il periodo di picco è stato nella serata di ieri e di ieri l’altro: primo e secondo giorno dell’anno, con presenze che hanno superato le 15 mila persone arrivate in paese.
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