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Il tempo di vivere: il regalo più bello di Francesca Del Rosso

Wondy arriva sulla sponda lombarda del Lago Maggiore

Avarie

“Ho capito che il modo migliore per vivere è non sprecare un giorno”. Mi sono permessa di rubare questa frase da un’intervista a Radio 105 rilasciata da Alessandro Milan, giornalista di Radio24 e autore del libro “Mi vivi dentro” dedicato alla sua Francesca, mancata nel dicembre 2016 dopo aver combattuto il tumore per sei anni.

“Più il tumore avanzava, più lei scovava motivi e occasioni per fare feste, organizzare eventi, viaggi, iniziative.
‘Chissà quanto vivrò ancora, avanti: festeggiamo’”. Così Wondy, affettuoso nomignolo con cui la giornalista Francesca Del Rosso è conosciuta dai lettori e dalle lettrici del suo blog e dei sui libri, abbracciava il tempo. Tra una visita e l’altra, una risonanza e l’altra, una chemio e l’altra.

Gli ultimi sei anni, raccontati da Alessandro nel libro “mi vivi dentro”, sembrano essere scanditi dalle operazioni, dai cicli di chemioterapia, dai capelli che ricrescono e dalle ricadute. Chi, come me, ha letto “Wondy. Ovvero come si diventa supereroi per guarire dal cancro” prova inevitabilmente un senso di sconfitta nell’accingersi a leggere il libro di Alessandro. Un drammatico epilogo di una storia di speranza.
Eppure non è così. Le prime pagine le si legge in punta di piedi, perché a entrare nel dolore di una persona, raccontato con grande sincerità, ci si sente sempre un po’ scomodi. Si ha paura di disturbare, ma anche di ritrovarsi, nudi, davanti alle proprie paure.

E poi… e poi arriva lei. Disarmante. Con la sua “cazzuta” voglia di vivere e reagire. Dalle parole di Alessandro si alza la voce di una donna che non vuole buttare via un briciolo di vita, che non vuole rinunciare a un’occasione per godersela, questa vita. Si ride, si piange anche tanto, ma soprattutto si vive un piccolissimo tratto del
percorso di Alessandro.

E come Alessandro (e il suo bonsai), non si può chiudere il libro senza pensare che la testimonianza di Francesca non ci abbia un po’ rigenerato, lasciandoci la voglia di prendersi ogni attimo di tempo disponibile per viversela, questa vita.

Forse non è un caso che la mostra e la presentazione del libro che si terranno a Germignaga il 2 giugno siano organizzate da un’associazione chiamata La Banca del Tempo. L’obiettivo di questa realtà è quello di promuovere una piccola ma concreta alternativa all’economia basata sul denaro. Non si deposita denaro, bensì
tempo e competenze. Non si tratta di volontariato, ma di una forma di collaborazione che ognuno può mettere in atto, aiutando e facendosi aiutare ad affrontare le piccole e le grandi necessità quotidiane. Il tempo prestato
dai Soci diventa quindi un’ampia rete di servizi gratuiti, accessibili a tutti.
Il tempo rappresentato non come un bene da vendere, ma un valore da vivere insieme agli altri.

E questo è in fondo il super potere di Wondy. La sua resilienza le ha permesso di non piegarsi al tumore, di non rinunciare al valore del proprio tempo. È vero, il tumore alla fine ha avuto la meglio. Ma la vittoria di Francesca sta nel
regalo che dona a chi legge le pagine di Alessandro: il valore del tempo di vivere.

Pubblicato il 25 Maggio 2018
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