Furti d’arte sul Lago Maggiore, opere trovate anche a Varese
I carabinieri di Stresa sgominano un giro di furti legati a dipinti tra ‘800 e ‘900. Presenti anche opere di Bertini, autore della vetrata nella basilica di San Vittore
Furti mirati, a colpo sicuro in ville sul Lago Maggiore, con l’obiettivo di vendere il ricavato nel mondo dei ricettatori d’opere d’arte rubate.
Solo che i carabinieri di Stresa hanno fatto partire le indagini sui fatti consumatisi negli ultimi sei mesi sul Verbano – diversi colpi – e così facendo hanno consegnato ala giustizia alcune persone la cui posizione è tuttora al vaglio della magistratura verbanese. Sono stati inoltre recuperati diversi dipinti degli ultimi due secoli del valore complessivo di 25 mila euro.
I furti sono stati consumati nei primi mesi di quest’anno in ville d’epoca e storiche a Baveno e Stresa. A seguito di perquisizioni in case d’asta, antiquari e abitazioni private nelle province di Varese, Sassari, Genova e Brescia, sono poi partite le denunce.
Le posizioni degli acquirenti delle opere sono al vaglio degli inquirenti che dovranno valutare se c’è stata consapevolezza o meno nell’acquisto di beni frutto di furti.
I dipinti sono di tre maestri dello stile italiano: Giuseppe Bertini, Giuseppe Biasi di Terralba ed Eugenio Pattarino.
Oltre ai dipinti sono stati trovati e sequestrati alcuni oggetti d’epoca, d’arte e di arredamento risalenti a ‘700, ‘800 e primi del ’900, di sospetta provenienza del valore complessivo di oltre 20 mila euro, che al momento non hanno ancora una paternità, anche se gli investigatori stanno lavorando per risalire alla corretta attribuzione ed agli eventuali legittimi proprietari.
Sugli autori, Giuseppe Biasi, originario di Sassari, fu amico e collaboratore della scrittrice nuorerse Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura nel 1926.
Eugenio Pittarino, pittore, scultore e ceramista fiorentino avviò ai primi del ‘900 una sua fornace dove venivano cotte maioliche e terraglie di gran pregio.
Giuseppe Bertini è invece un pittore verista che fu direttore dell’Accademia delle Belle Arti di Brera a Milano ed ebbe a che fare con Varese perché realizzò, tra le altre, la facciata della basilica di San Vittore a Varese (in particolare, sua è la vetrata che raffigura “San Vittore a cavallo”.)
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