Alessia, 18 anni: da Luino a Lamezia per sconfiggere la ndrangheta
La giovane di origini calabresi sogna di portare anche sul lago Maggiore un grande evento con a tema la legalità. «La mafia c’è anche qui ma nessuno ne parla»
Ha 18 anni, 19 a fine anno, ma ha già fatto della sua vita un’occasione di lotta per la legalità, contro tutte le mafie, tanto da discutere tra qualche giorno, alla maturità, una tesina dal titolo “Trame festival, il coraggio di ogni giorno”.
Trame festival si tiene ogni anno dal 2011 a Lamezia Terme, città commissariata per mafia e lei, Alessia Francesca Sauro è figlia di imprenditori che si sono dovuti allontanare dalla Calabria per ricostruirsi una nuova vita a Luino poiché le cosche avevano fatto terra bruciata attorno a loro.
E da Luino Alessia racconta la sua storia che comincia dal silenzio, da quello che non si dice e non si racconta nel Nord dove la mafia esiste, ma non si vede perché non ha bisogno di uccidere.
«Qui si parla pochissimo di mafia e di criminalità organizzata, non se ne parla a scuola, non se ne parla fuori».
Eppure le inchieste ci sono, gli arresti anche, soprattutto attorno alle grandi città, Milano in testa, col suo hinterland diviso tra famiglie che controllano lo spaccio di droga e il racket.
Alessia l’anno prossimo si trasferirà proprio a Milano per motivi di studio.
«Ma la mia casa ora è qui a Luino e il mio sogno nel cassetto è quello di coinvolgere quanti più giovani possibile per organizzare un grande evento legato alla legalità».
Di “pratica”, Alessia ne ha fatta tanta da quando la made Caterina, dopo essersi trasferita al nord cominciò a seguire il festival Trame, nel 2011. Con lei c’era Alessia che cominciò prima a seguirla, e poi a sostenere l’iniziativa in prima persona, come volontaria.
«L’anno scorso coinvolsi due amiche che vennero con me a Lamezia: è stato bellissimo. Quest’anno non possiamo muoverci per via della maturità, ma certamente ci torneremo» (nella foto sopra, i giovani con le mani aperte, il simbolo del festival, che sta a significare l’opposizione al potere mafioso).
Ogni estate, a giugno a Lamezia Terme arrivano ospiti per dibattiti e presentazioni di libri legati a lotta alle mafie e legalità: hanno partecipato il procuratore Nicola Gratteri, il magistrato ed emerito presidente del Senato Pietro Grasso, Giovanni Impastato, fratello di Peppino, l’attore e conduttore televisivo Pif, al secolo Pierfrancesco Diliberto.
La storia di Alessia è stata raccontata oggi dall’inserto del Corriere della Sera Buone Notizie in un articolo di Carlo Macrì dove si narra della storia della sua famiglia: il nonno Pasquale Miscimarra, titolare di un’azienda di impianti elettrici venne assediato dagli strozzini verso la fine degli anni ’90 per pagare i fornitori a fronte dell’esposizione verso un cliente al quale aveva eseguito lavori poi non pagati.
Un vortice debitorio che spinse l’azienda verso il “mondo di sotto”: l’azienda alla fine fallì e la famiglia decise di riprovarci al nord.
Storie come tante, di sopraffazione ed illegalità, ora motivo di riscatto e orgoglio delle nuove generazioni che vogliono credere in un mondo migliore, perché senza mafie.
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