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Referendum fusione, porta a porta per conquistare voti

Le due fazioni si affidano agli incontri pubblici, ma per convincere le persone in un piccolo comune il passa parola risulta essere lo strumento più efficace

Avarie

Sono gli ultimi scampoli di campagna elettorale referendaria, in ballo ci sono le sorti di due comuni che hanno attivato la procedura di fusione, che se andasse in porto, sarebbe la seconda, dopo quella che diede vita a Maccagno con Pino e Veddasca, e anche in questo caso nell’Alto Varesotto.

Ci sono gli incontri pubblici in programma nei prossimi giorni: domani, mercoledì, quello del “Sì”, venerdì quello del “No”.

Ci sono stati i gazebo al mercato e fuori dai supermercati. Le persone si informano, leggono i giornali, ma spesso, complice anche la stagione, i pensieri vanno oltre. E allora cosa fare? Il porta a porta.

Oggi, 3 luglio l’assessore Giuseppe Lioi si è dotato di pazienza, acqua fresca per vincere il caldo, e ha foderato le cassette delle lettere di molte vie del centro di Cuveglio per fare campagna elettorale “porta a porta” per il sì.

Altri, come l’ex vice sindaco Giuseppe Arturi, affida a whatsapp il suo pensiero manoscritto che si sintetizza così: più soldi in arrivo nelle casse comunali, maggiori possibilità di costruire il futuro non solo del nuovo comune, ma anche per chi vive la dimensione della valle.

Nicolò Alagna, capogruppo consiliare di una delle due minoranze cuvegliesi punta sulla lettera aperta ai cittadini dove si spiega la posizione del No: fusione sì ma con molti altri comuni.

Anche Alessandro Rossi, presidente del “comitato del No” sta stampando e 5.600 fogli con le ragioni del no spiegate ai cittadini e messe in 1.400 buste e già spedite.

«C’è chi parla di odio di questa campagna elettorale, ma siamo solo un comitato cittadino che vuole spiegare le nostre ragioni. Noi non siamo né di maggioranza, né di minoranza, e ci scioglieremo un giorno dopo il referendum, che a nostro avviso non andava fatto l’8 luglio, quando le persone vanno in vacanza».
Anche questa parte ha organizzato già un incontro pubblico e diversi gazebo (uno è in programma mercoledì mattina) dove spiegare le ragioni. Come andrà a finire? Lo scopriremo solo vivendo.

PS a titolo di mera cortesia, aggiungiamo tra le voci del “no” anche quelle delle consigliere Sara Ginelli e Roberta Tagliati del gruppo di minoranza Progetto Comune: insistono per essere citate nell’articolo, che non voleva essere di natura esaustiva, bensì descrittiva del clima respirato in questi giorni in paese.

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Pubblicato il 03 Luglio 2018
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