Quantcast

“Perché non ci sono donne nel nuovo cda del Comi?”

Se lo chiede Alessandro Franzetti, in lizza per le amministrative 2020 del comune rivierasco

quote rosa

Riceviamo e pubblichiamo la nota inviata da Alessandro Franzetti, già presidente del Consiglio comunale di Luino del primo mandato Pellicini e ora in lizza per le elezioni amministrative luinesi del 2020 su di un tema che ha a che vedere con la la rinnovata composizione del cda dell’istituto monsignor Comi di Luino.

È stato recentemente rinnovato il consiglio di amministrazione della Fondazione Comi. Per statuto i cinque membri sono stati nominati dal sindaco di Luino (2), dai sindaci dei comuni della ex Comunità Montana Valli del Luinese (2) e uno dal prevosto di Luino.
Sono state sicuramente nominate persone rispettabili e qualificate, ma a mio parere si è trattato di un’occasione persa.

Mi spiego meglio: trovo davvero sbagliato che tra i cinque designati non figuri nemmeno una donna, e questo non perché sono fautore del politicamente corretto ma per una serie di motivi.

Innanzitutto, tra gli ospiti, i medici e gli operatori della struttura figurano moltissime donne, e il fatto che l’organo che deve decidere sulle loro vite, le loro professioni e il loro ambiente di lavoro non abbia nemmeno una donna è oltremodo mortificante.

L’altra metà del cielo ha una sensibilità che gli uomini non hanno e vede spesso ciò che noi maschi non vediamo, quindi la presenza di donne all’interno del CDA avrebbe portato una visione più completa e rappresentativa della realtà.

Il secondo motivo è poi giuridico: come infatti afferma la professoressa Michela Giachetti Fantini, in un articolo pubblicato su “Amministrazione in Cammino”, che è una rivista di diritto pubblico e scienze dell’amministrazione a cura del Centro di Ricerca sulle amministrazioni pubbliche “Vittorio Bachelet”, vi è l’obbligo di presenza femminile nelle società quotate e una forte pressione per le società a controllo pubblico.

È consigliata una “virtuosa imitazione” per una fondazione a partecipazione pubblica e interesse collettivo come il Comi.

Dunque nessun obbligo giuridico, ma un virtuoso consiglio.

Infine vorrei sottolineare un esempio a noi vicino: le sei donne presenti in amministrazione comunale a Luino (sia in maggioranza che in minoranza) stanno lavorando benissimo, portano avanti con delicata e qualificata professionalità il loro impegno e dunque proprio sul loro esempio si sarebbe dovuto nominare almeno un esponente femminile nel CDA del Comi.

Ricordo al sindaco, ai sindaci e al prevosto che la maggioranza dei loro cittadini e fedeli è di sesso femminile.

Ha prevalso quello che chiamerei “machismo istituzionale”: peccato, si tratta dell’ennesima occasione persa che mi fa dire che le quote rosa sono un espediente necessario, almeno per il nostro paese.

Alessandro Franzetti 

Il crowdfunding continua!

Aiutaci ad attrezzare lo spazio centrale di Materia, la nuova sede di VareseNews.

Scopri come aderire e far parte di questo sogno

Pubblicato il 17 Ottobre 2018
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore