Luino città candidata alla rete europea Art Nouveau
Il centro dell’Alto Verbano presto potrebbe entrare in un circuito culturale di portata internazionale legato al Liberty. "Ancora oggi viva la testimonianza dell'anelito di modernità che fu"
Il nome di Luino potrebbe presto comparire accompagnato da Glasgow, L’Havana, Nancy, Barcellona, o Vienna: è la rete mondiale (europea) del liberty di cui la città sul lago aspira a divenire capitale culturale nel Verbano.
LA RETE – Il pretesto è stato un recente contatto fra l’amministrazione comunale e Reseau Art Nouveau Network (il viaggio del vice sindaco Alessandro Casali ai primi di dicembre 2018), una rete nata in Belgio nel 1999, riprendendo un’idea del Servizio della Regione di Bruxelles per i siti e i monumenti storici, un numero cospicuo di istituzioni di varie città europee, che possiedono un ricco patrimonio di testimonianze Art Nouveau – appunto da Helsinki a Barcellona, e da Glasgow a Budapest – che hanno deciso di riunirsi per costituire un primo network europeo di collaborazione. La ricerca, la conservazione e un’adeguata esposizione sono gli obiettivi chiave di questo programma ambizioso, che il Réseau Art Nouveau Network si è dato per i prossimi anni. «L’intraprendenza e l’impegno, insieme ad un approccio rigorosamente scientifico, sono le principali caratteristiche del Network – dicono da Bruxelles – , che si propone di tenere informato chi si interessa di Art Nouveau a livello professionale, ma anche di attirare l’attenzione del pubblico per il significato culturale e la dimensione europea di questo patrimonio, che troviamo letteralmente sulla soglia di casa».
Un’occasione che Luino può giocare appieno per via di quel patrimonio ancora presente in città sotto forma di ville private, ma che spicca in un evento che ai primi di aprile potrebbe regalare – finalmente – in un rinnovato Palazzo Verbania la testimonianza di questo stile: entrando in un network di tale portata, la città potrebbe giocare un ruolo turistico-culturale di primo piano.
PERCHE’ LUINO – «Perché Luino, con Palazzo Verbania, ex Kursaal, fu crocevia di cultura mitteleuropea nel periodo d’inizio Novecento – spiega Stefano Crimi, storico, curatore del progetto – un edificio in stile liberty posizionato direttamente sulla sponda del lago Maggiore costruito nel 1904 e ampliato tra il 1925 e il 1927. Ma era un liberty non comune, diverso da quello di Milano e persino di Varese, addirittura anticipatore di uno stile che fiorì anche altrove».
«Questo fu dovuto alla grande presenza di nomi legati alla grande industria tedesca, e svizzera. Imprenditori illuminati, legati al viaggio, all’incontro fra stili, che lasciarono testimonianze indelebili, ancora oggi testimonianza di quell’anelito alla modernità che fu», racconta lo storico
Il disegno per il salone destinato ad ospitare «concerti, feste da ballo, riunioni, conferenze, caffè, ristorante» fu affidato all’ingegner Giuseppe Petrolo che concepì un edificio ardito: immaginò una triplice terrazza a cascata verso il lago (sul tetto, a metà e a sbalzo sulle acque), disegnò ampi cerchi scuri attorno alle finestre, forgiò i ferri in sinuose forme, curvò i muri per ampliare la vista dall’interno sul lago e per aumentare l’illuminazione del salone.
Nel 1971 l’albergo cessò l’attività e dal 1975 l’edificio divenne sede del locale Civico Centro di Cultura, non smettendo mai di affascinare per il dialogo stretto col paesaggio delle sue pensili terrazze.
IL RECUPERO – Il recupero di Palazzo Verbania è quasi completato e instradato verso i due protagonisti della cultura e letteratura novecentesca che hanno avuto a cuore Luino e il lago, Piero Chiara e Vittorio Sereni. Regione Lombardia ha creduto in questo progetto, sia in quanto comproprietaria per 1/3 del fondo archivi Sereni ma anche scommettendo su un polo culturale nell’alto lago Maggiore, stringendo nel 2014, integrato nel 2018, uno specifico accordo di programma cofinanziando la ristrutturazione per 750 mila euro.
Il palazzo è stato acquisito dal Demanio a patrimonio del Comune con un accordo di valorizzazione culturale per realizzare un polo culturale con gli archivi dei due autori e il progetto di recupero è stato cofinanziato, oltre che da Regione Lombardia anche da Fondazione Cariplo per un milione di euro, e dal Comune per la quota di 390 mila euro.
Palazzo Verbania si accinge ad aprire al pubblico con spazi espositivi, accoglienza turistica e culturale, sala conferenze sul lago, archivi Piero Chiara e Vittorio Sereni, polo culturale, didattica e spazio caffè con terrazza sul lago.
LA PROPOSTA DI CANDIDATURA – “L’apertura del nuovo Gottardo e Alptransit, suggerisce di rinnovare Luino un momento di incontro centro europeo sul crinale di quello che fu l’art noveau mettendo in luce testimonianze locali in un percorso culturale transalpino. Questo a partire dal riconoscimento di Palazzo Verbania nella rete europea art noveau“, si legge nella proposta di adesione alla Rete.
“Palazzo Verbania che potrebbe valorizzare la sua natura liberty con esposizioni tematiche, ogni anno dedicate a indagare aspetti della sua origini nei primi anni del Novecento, dalla grafica alla cartellonistica, dai maestri dell’art nouveau alla storia del costume, stendendo una rete con altri episodi che, nella regione, si distinguono per questo cotè, da Villa Bernasconi a Cernobbio, alle dimore del Sacro Monte“, continua la relazione.
Inoltre la partecipazione a questo progetto riguarderebbe scambi didattici e culturali, e la possibilità, a rotazione di anno in anno, di diventare città presidente di turno per questa rete, attirando studiosi e iniziative a livello europeo e mondiale.
La proposta di candidatura di Luino alla Réseau Art Nouveau Network verrà in questi giorni inviata a Regione Lombardia, ente che si farà promotore del progetto.
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