Arrivano i frati e l’Eremo torna a vivere
I frati della Fraternità Francescana di Betania stanno facendo il trasloco e sistemando i locali in vista dell'apertura del primo aprile. Intanto la Provincia pensa a nuovi orari e un biglietto d'ingresso a pagamento
Il saio azzurro sotto un maglione di un tono più scuro, il tau al collo e i sandali ai piedi. Frate Paolo e frate Gabriele (nella foto sotto) hanno il sorriso sul volto e raccontano una vita da ex bancari – un caso che lo fossero entrambi – e la decisione di entrare nella Fraternità Francescana di Betania, all’età di 41 e 28 anni.
Li incontriamo nel pieno di un trasloco, mentre spostano mobili, imbiancano pareti, puliscono locali e cercano di immaginare come sarà la loro futura casa. Sono loro, insieme a sorella Lucia e sorella Milena, i nuovi inquilini dell’Eremo di Santa Caterina del Sasso e avranno il compito di accompagnare la vita spirituale dei fedeli. I locali vanno sistemati entro il primo aprile per la riapertura della nuova stagione e sono giorni di fermento. La cucina non è ancora arrivata, ci sono le ragnatele da togliere e le valigie da disfare. «C’è tanto da fare ma avremo cura di questo posto», afferma Fra’ Paolo mentre racconta quale sarà il loro impegno in questo lembo di terra sul Lago Maggiore.
Arrivati da altre case della loro comunità (in totale sono dodici, nove in Italia, una in Svizzera, una in Germania e una in Brasile), sono loro che occuperanno gli spazi lasciati dagli Oblati di San Benedetto, dopo il difficile cambio gestione voluto dalla Provincia, proprietaria dell’immobile. Alla base infatti, c’è l’idea di riportare l’Eremo alla sua naturale attitudine, quella di luogo di preghiera:«Al momento non c’è ancora nulla di certo ma vorremmo fare la messa tutti i giorni, aggiungere il rosario la domenica sera e altre funzioni religiose. Questo però non dipenderà solo da noi».
La convenzione che stabilirà l’organizzazione di questa nuova convivenza, oltre a novità sull’orario e la possibilità di un biglietto a pagamento , verrà firmata settimana prossima e dovrà considerate tutti gli aspetti della vita all’Eremo.
La vita di preghiera, silenzio e accoglienza dei frati e delle sorelle infatti, dovrà convivere con il flusso turistico che lo scorso anno ha visto circa duecentomila visitatori: «Capiremo come gestire questo aspetto, sopratutto durante i momenti di preghiera. Ci piacerebbe anche realizzare una cappella per le confessioni nella parte superiore dell’Eremo, vicino al bar, e ripristinare la grotta che una volta era dedicata a Santa Bernardette».
Nel frattempo, in mezzo al trambusto del trasloco, si continua a lavorare e ci si interrompe solo per cercare il grande mazzo di chiavi con tutte le chiavi dell’Eremo e spesso tra le mani di frate Gabriele. «Sembra San Pietro, con le chiavi del paradiso», scherza frate Paolo.
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