Quel salto fra le piante in fiore e poi lo scontro col treno merci
Una combinazione di eventi sfavorevoli che ha fatto trovare la morte ai due coniugi. Ancora ignota la causa dell’uscita di strada del veicolo
A passarci e ripassarci di fronte 100 volte, se nessuno te lo dice, il varco fra gli oleandri che ha scavato l’auto su cui viaggiavano da pochi metri Roberto Belfanti e sua moglie Marisa Milani, non lo vedi.
Cosa sia successo, e il perché quell’auto mentre scendeva dalla ripida strada della casa della figlia invece di svoltare a destra sia andata dritta, ancora nessuno lo sa (nella foto sotto, il punto esatto in cui il veicolo è uscito di strada fra la vegetazione).
Forse potrebbe essere utile una verifica sulla condizione del veicolo che neppure i vigili del fuoco sul momento hanno saputo riconoscere: la cappelliera è rimasta nel luogo dell’impatto e poi tutto il resto sparso per metri, a centinaia: qui un fanale, laggiù un pezzo di motore.
Una vicenda che ha davvero dell’incredibile: l’auto che cade sulla massicciata e poi lo schianto col merci in arrivo da Luino: il punto d’impatto è ad oltre cento metri dal ponte sulla strada provinciale 69 a Castelveccana, quartiere “Piana” all’altezza della via Europa ma in un punto che tutti conoscono come Sass de Scisen, che poi è la targa su una villa che si affaccia proprio su lago. E il lago si vede anche dalla via Europa, la strada che costeggia la ferrovia: una villeggiante bionda di mezza età tedesca che prende il sole, il cartello di un agriturismo e una coppia di vicini di casa che stanno andandosene in auto: sotto, a qualche metro, la morte.
«Abbiamo sentito il treno arrivare, veniva da Luino, ma ce ne siamo accorti per via di quel fischio continuato e prolungato – raccontano i vicini, che preferiscono non essere citati per nome – . Pensavamo a un animale sulle rotaie, o a qualche pazzo che voleva raggiungere il lago passando dalla ferrovia, sa com’è, se ne sentono di tutti i colori. Poi invece no, poi un boato fortissimo».
Il 112 viene chiamato ma subito per i sanitari appare chiaro che non ci sono speranze per i due anziani. Lui era molto conosciuto in zona: Roberto Belfanti era un ex dipendente dell’Inail. Uomo molto attivo, sciatore e camminatore, venne premiato qualche anno fa dal Cai per i 60 anni di tesseramento. Anche la figlia è persona nota in paese e sul lago per via della sua professione di psicologa: è stata aiutata dai medici del 118 ed è rimasta presente sul posto fino a tarda serata chiedendo giusta riservatezza e rispetto per via del momento.
Mai, i residenti della zona ricordano di simili tragedie: «Sì, qualche incidente sulla provinciale all’incrocio del ponticello, ma niente del genere, e neppure disagi per via del passaggio dei lunghi treni merci: ne viaggiano, sulla Bellinzona-Gallarate, ma questo è un tratto piuttosto tranquillo dove la folta vegetazione attutisce molto il transito.
La stessa vegetazione a bordo rotaie che non è stata in grado però di fermare l’auto dei due anziani finita dieci metri più sotto e che nel volo si è portata dietro anche il tronco di una robinia. Sarebbe bastato che l’incidente fosse avvenuto dieci metri più a destra o a sinistra che un parapetto in metallo o un terrapieno avverrebbe probabilmente saputo fermare l’auto. Invece no: il salto nel muro di piante fiorite e poi l’impatto.
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