Addio Ernesto, 104 anni, il più vecchio del paese
Classe 1915, due guerre mondiali, la deportazione in Germania e la lunga vita fra una piccola comunità, che gli si è stretta attorno al momento dell'ultimo saluto
Un lume che si spegne, capace però di illuminare un’intera comunità con la forza di una storia a cavallo fra due secoli, sulla cui pelle sono passate due guerre mondiali e una prigionia, ma anche una lunga vita in una piccola comunità.
Così è stato ricordato Ernesto Xausa, decano del paese, e così lo ricorda anche l’ex sindaco di Brezzo di Bdero Daniele Boldrini. nello scritto che segue (ac).
Lunedì 4 novembre con una sentita cerimonia funebre alla presenza della sindaca e del Gruppo Alpini, la comunità di Brezzo di Bedero si è stretta commossa attorno alla famiglia di Ernesto Xausa, spentosi serenamente all’età di 104 anni, circondato dall’affetto dei figli, dei nipoti e dei piccoli pronipoti.
Ernesto è l’unica persona nella storia di Brezzo di Bedero ad aver raggiunto il traguardo dei 100 anni. Nell’estate 2015 era stato celebrato il grande evento con la Santa Messa nella Collegiata di San Vittore, officiata dal nipote del festeggiato, Don Fabio Volpato, e proseguito con un pranzo organizzato dai familiari in collaborazione con la Pro Loco e
con il Gruppo Alpini di Brezzo di Bedero.
Ernesto Xausa è nato a Lusiana, in provincia di Vicenza, il 28 luglio 1915. Nel pieno della giovinezza vive i drammatici momenti della seconda guerra mondiale, la deportazione e la prigionia in Germania, il faticoso ritorno in Italia, in precarie condizioni di salute, dopo la liberazione da parte degli alleati.
Poco dopo la guerra si trasferisce a Brezzo di Bedero presso le sorelle, dove ricomincia a costruire la sua vita, lasciandosi alle spalle i dolori e le atrocità della guerra.
Un mio personale ricordo mi porta al 2002: quando il Parlamento Italiano istituisce il “Giorno della Memoria”, Raimondo Ernesto Xausa partecipa, insieme ad altri testimoni del secondo conflitto mondiale, all’incontro organizzato nella Sala Consiliare di Brezzo di Bedero il 27 gennaio 2002. La sua testimonianza, sofferta ma molto sentita, concessa
grazie all’interessamento del Parroco Don Domenico, rispecchia perfettamente le finalità della Legge, di lasciare un segno a favore delle generazioni future (quella sera la Sala Consiliare era sorprendentemente gremita di giovani), per conoscere e approfondire gli avvenimenti di quel doloroso periodo del secolo scorso e creare una coscienza che
contrasti ogni forma di sopraffazione di uomini su altri uomini.
In quella serata, come in qualsiasi altra occasione, ha saputo esprimere le sue doti migliori, la gentilezza e la cortesia, la saggezza tipica delle persone anziane, l’arguzia e la curiosità che, anche in età molto avanzata, hanno contraddistinto le sue giornate.
La serenità che trasmetteva, dimostra la sua capacità di aver fatto tesoro delle esperienze della vita e delle grandi difficoltà vissute durante la seconda guerra, con il risultato di saper dare la giusta importanza alle cose che contano nella vita, gli affetti e le relazioni personali.
a cura di Daniele Boldrini
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