Il miele di Angera nella dispensa di Alice Tv
È una delle produzioni simbolo della filiera corta ma anche tra le attività più minacciate dal cambiamento climatico. Il racconto di chi lo produce
![miele di angera vecchio castagno](https://www.varesenews.it/photogallery_new/images/2019/11/miele-di-angera-vecchio-castagno-771253.610x431.jpg)
Il miele di Angera sarà tra gli ingredienti protagonisti della trasmissione “La dispensa di Alice” in onda sul canale 221 del digitale terrestre. A presentarne le caratteristiche e le applicazioni in cucina saranno Francesca e Valeria Onofrio, titolari dell’agriturismo Vecchio Castagno di Angera.
«Dal nostro miele ricaviamo alcuni prodotti derivati – spiega Francesca – prevalentemente gelati nel periodo di produzione da marzo fino a settembre e sotto il periodo natalizio invece produciamo anche il torrone. Ma il miele viene anche degustato puro, nel menu dell’agriturismo, accanto a formaggi e ricotta: si tratta di un classico del cucina che attrae numerosi turisti, anche stranieri, di passaggio nel periodo estivo e anche tanti clienti che provengono dalle zone di Gallarate, Busto Arsizio e Legnano».
La qualità e la freschezza dei prodotti a km zero premiano chi li produce: «Nella nostra azienda il cliente ha la possibilità di assaggiare un prodotto genuino – prosegue Francesca -. Da circa un anno abbiamo avviato la preziosa collaborazione con il programma “Alice” che per noi è un’occasione molto importante per far conoscere quello che facciamo, tra cui appunto il miele a cui saranno dedicati due appuntamenti (lunedì 25 novembre e lunedì 2 dicembre a partire dalle ore 19.40)». In particolare l’agriturismo angerese produce il miele millefiori e quello di robinia.
Sulle rive del Lago Maggiore l’apicoltura ha una tradizione importante. Sono diverse le aziende che producono questo alimento dalle preziose qualità. Nella cittadina della Rocca è molto conosciuta anche l’Apicoltura Costantini, nata, come spiega la titolare Monica, «dalla passione per gli animali di mio padre Giulio, che nel ‘76, quando io avevo 2 anni, decise di prendere una cassetta di api da un suo amico e portarla a casa. Da quel momento il numero di cassette iniziò a crescere e con esso anche l’azienda. Nel 2012 subentrai io».
«Principalmente produciamo miele – aggiunge – vista anche la zona conosciuta da molti per l’acacia, castagno e millefiori, ma effettuiamo anche nomadismo nella zona di Domodossola per produrre miele di tiglio e ci spostiamo anche nelle risaie vercellesi per produrre il miele di melata e la reynoutrea, un miele che fiorisce tardi e che è più importante per le api rispetto alla sua vendita, visto che viene usato per nutrirle».
Anche il punto vendita di via Milano è un simbolo della produzione a filiera corta: «Abbiamo fatto la scelta di vendere al dettaglio – racconta Monica – ci troviamo in una zona famosa per il miele e la gente lo ricerca, vediamo una clientela interessata anche dalla zona del Milanese, grazie anche al passaparola. Abbiamo anche alcuni prodotti derivati: il polline e in questo periodo abbiamo avviato anche la produzione della pappa reale».
L’apicoltura è una delle attività che oggi risente maggiormente della situazione climatica. Quanto, lo hanno sottolineato più volte gli stessi produttori: «In maniera terrificante, questi anni sono stati spaventosi, ci troviamo a fare i conti con temperature o troppo fredde o estremamente calde e i fenomeni meteorologici estremi ne sono la riprova. Con l’innalzamento delle temperature e con gli inverni che non sono più così freddi, le api non fanno più pause e continuano a deporre. L’ape regina in inverno dovrebbe invece smettere di deporre, questo fa si che ci avvii una pulizia all’interno dell’alveare visto che la varroa, un parassita che vive al suo interno e che si nutre di piccole larve, non trovi più sostentamento. Rimanere attive di continuo non è per loro un fattore favorevole».
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