I lupi di Ossola e Verbano sono veri lupi
Gli avvistamenti a partire dal 2018 hanno suscitato molto interesse. Il monitoraggio, che coinvolge Parco Valgrande e diversi corpi dello Stato, ha chiarito che gli esemplari nel Vco non sono ibridati con il cane
Sono quattro gli esemplari censiti, nel Verbano Cusio Ossola. Parliamo del lupo , animale al centro di molto interesse negli ultimi anni e negli ultimi in particolare nel territorio del Vco, dalle valli di montagna fino al Lago Maggiore (e persino alla valle del fiume Ticino, tra le province di Novara, Varese e Milano).
Lupi veri, ribadisce oggi il Parco Nazionale Valgrande, che collabora al progetto Life Wolfalps Eu, per un censimento dei lupi in tutta Europa. A smentire tutte le ipotesi che i lupi ossolani fossero ibridati con cani e in particolare con i cani lupi cecoslovacchi.
«Diciamo subito chiaramente che il problema dell’ibridazione tra cane e lupo, presente in alcune aree dell’Appennino, è praticamente assente nella popolazione alpina» dicono dal Parco nazionale Valgrande.
Come si può affermarlo con certezza? Grazie alle analisi genetiche che da tempo vengono effettuate con regolarità annuale. «Poiché l’ibridazione con il cane può rappresentare un importante problema per la conservazione del lupo, si tratta di un aspetto che viene seguito con particolare attenzione da chi si occupa del monitoraggio della popolazione alpina di questo carnivoro. Tra il 2014 ed il 2018, nell’ambito del progetto Life Wolfalps Eu, sono stati analizzati i profili genetici di 468 lupi provenienti da tutto l’arco alpino italiano e non è stato riscontrato nessun caso di ibridazione tra lupo e cane».
Nel corso dell’inverno 2018-2019 il gruppo di lavoro che si occupa del monitoraggio del lupo sul territorio del Verbano-Cusio-Ossola (composto da personale della Polizia provinciale, Enti Parco, Carabinieri forestali, Soccorso alpino della Guardia di Finanza, GCC del CAI, coordinati dal Centro di referenza per i Grandi Carnivori della Regione Piemonte) ha raccolto, nell’area compresa tra valle Anzasca, val Strona e bassa Ossola, diciassette campioni biologici (sedici escrementi ed un tessuto proveniente dal lupo investito a Domodossola) che sono stati analizzati da un laboratorio specializzato nelle analisi genetiche di popolazioni di carnivori, il National Genomics Center for Wildlife and Fish Conservation, con sede nel Montana, negli Stati Uniti. Tutti i quindici campioni che hanno fornito DNA di qualità sufficiente per poter essere analizzati sono risultati appartenere a lupi della popolazione italiana e tutti i quattro individui di cui è stato possibile ricostruire il profilo genetico, due maschi e due femmine, sono risultati essere lupi puri.
A smentire ogni ipotesi di ibridazione, che forse ha le sue radici nel doppio sentimento – il timore e il fascino – che accompagna le notizie sul lupo. È un lupo vero: che forse fa paura come predatore (ma nei secoli ha imparato a diffidare e tenersi lontano dall’uomo) ma che contemporaneamente affascina perché indica una natura che ritrova spazio, almeno nelle aree montane.
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