In Svizzera si cercano centinaia di autisti e macchinisti
Entro il 2024 le Ferrovie Federali Svizzere dovranno sostituire 1000 macchinisti. In Ticino servono 150 conducenti per l'apertura del Ceneri. Si aprono spiragli di occupazione per il personale proveniente da oltre confine
Si discute sempre di più in Svizzera della carenza di conducenti che investe molte delle società di trasporto. Il paese, come scriveva ieri la Rsi, ha necessità di centinaia di persone da mettere ai comandi di treni, tram e autobus.
Una carenza dovuta in parte a fluttuazioni stagionali ma, soprattutto, ad un problema strutturale. Entro il 2024, infatti, le Ferrovie Federali Svizzere stimano che dovranno sostituire almeno 1000 macchinisti.
Un ricambio per il quale potrebbe non esserci il tempo sufficiente per la formazione di personale interno, spesso scettico nei confronti delle condizioni di lavoro attese.
Le FFS, ad esempio, alla fine dello scorso anno hanno adottato alcune misure per fronteggiare la carenza di macchinisti. Il salario durante la sola fase di formazione è stato per esempio aumentato di 10’000 franchi, da 42’500 a 52’500.
Come emerge da un dettagliato articolo del Corriere del Ticino il problema della carenza di autisti investe anche il trasporto su gomma: entro la fine dell’anno AutoPostale dovrà trovare 150 nuovi autisti in Ticino perché il trasporto pubblico sarà ampliato con l’apertura del traforo ferroviario del Ceneri.
Una situazione che può aprire spiragli di occupazione dal personale proveniente da oltre confine?
Alla fine dello scorso anno è stata avviata una grossa campagna informativa per orientare i cittadini elvetici alla scelta della carriera da macchinisti. Ma entro il 2025 le FFS dovranno ingaggiare circa 1000 nuovi macchinisti. La loro formazione dura da 14 a 16 mesi e l’azienda ha deciso di aprire le porte anche a candidati meno giovani, sopra ai quarant’anni, ma non solo. Faranno in tempo?
I consiglieri ticinesi Claudio Isabella, Giorgio Fonio e Lorenzo Jelmini hanno lanciato l’allarme in un’interrogazione al Consiglio di Stato nella quale chiedono di incentivare con più forza il reclutamento tra i disoccupati e giovani svizzeri con un monito che al di qua del confine suona come un’opportunità: “Se nei prossimi anni non si trovano un numero sufficiente di macchinisti, le FFS dovranno giocoforza rivolgersi alle nazioni a noi vicine importando lavoratori dall’estero”.
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