Infermieri in trincea: “Ci prepariamo ad affrontare il picco”
Sono oltre 5000 gli infermieri in provincia. Un esercito in prima linea nel contenimento del coronavirus. Il loro lavoro nelle parole del Presidente dell'Ordine professionale Filippini
Infermieri in prima fila nella lotta contro il coronavirus. A Varese come a Lodi, Pavia o Milano, è proprio il personale sanitario la prima frontiera di contenimento dell’epidemia.
« La preoccupazione è alta tra gli operatori perché non vogliono essere il primo veicolo di trasmissione – commenta Aurelio Filippini, presidente dell’Ordine Professionale degli Infermieri della provincia di Varese – Sono dotati di mascherine e guanti ma stanno arrivando anche altri presidi. Non ci sono solo gli infermieri degli ospedale: in tutta la provincia operano 5200 professionisti nelle case di riposo, negli ambulatori o nei servizi di assistenza domiciliare».
E sono proprio queste sentinelle che potrebbero lavorare utilmente per il controllo del territorio: « La loro presenza, anche capillare in alcune realtà – commenta Filippini – può essere utile. Sono infermieri preparati a cogliere gli eventuali sintomi da segnalare prontamente per contenere il contagio».
La situazione, comunque, non è sotto controllo e l’ipotesi che il numero dei contagi sia destinato a salire è considerato una certezza: « Siamo ancora in attesa del picco – afferma il presidente dell’Ordine professionale – ci stiamo preparando studiando e seguendo con attenzione le indicazioni del Centro controllo di Atlanta e di quello europeo che analizzano l’andamento della diffusione del nuovo coronavirus. Al momento sappiamo che ci sono delle similitudini con la Sars per cui abbiamo già una base di preparazione».
In questi giorni di emergenza, tutto il personale infermieristico è chiamato a fare quadrato : « Ho ricevuto una richiesta dagli ospedali di Lodi e di Codogno dove cercano infermieri da assumere in questo periodo – spiega Filippini – gli infermieri che lavorano come liberi professionisti sono richiesti per tamponare la situazione. Il personale di quegli ospedali sta lavorando sotto una grande pressione e per turni lunghissimi. La tenuta psicofisica, però, è essenziale e non si può richiedere loro di fare sforzi sovrumani»
L’epidemia è ancora in fase espansiva e tutti gli operatori si preparano ad affrontare l’emergenza.
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