Da Sondrio a Davos sugli sci, l’avventura diventa un docufilm
Hanno sfidato Trump e le Alpi. Il loro viaggio raccontato per immagini con l’obiettivo di sensibilizzare tutti ad essere più responsabili verso l’ambiente
Il Tg1 con Francesco Giorgino che parla di loro, poi Donald Trump, i tavoli del world economic forum di Davos e la neve, tanta neve, che però è anch’essa a rischio anche sulle Alpi per via dei cambiamenti climatici.
«Perché facciamo questo? Perché a Davos si riuniscono i responsabili della situazione critica in cui ci troviamo adesso».
Lo avevano promesso e l’hanno fatto: non il raid sugli sci da Sondrio a Davos, quello era scontato anche in virtù della loro preparazione fisica che spesso li vede stare fuori in “endurance“ anche per giorni.
No, l’impegno che avevano promesso di onorare è il docufilm che testimonia l’impresa, che pure è anche un atto di accusa verso i grandi della terra.
E così al ritorno il videomaker Luca Fontana, parte del gruppo, ha messo insieme le immagini per realizzare un video che racconta le imprese consumate su e giù per le valli assieme ai compagni di ventura Giovanni Montagnani, Michele Dondi e Marco Tosi, tutti varesini o quasi che sono arrivati nella nota località sciistica svizzera a fine gennaio a piedi e lungo le creste alpine.
Obiettivo: protestare contro il clima impazzito a causa dell’uomo e che ci porterà dritti verso l’estinzione.
«Il cambiamento climatico è un’emergenza e le cause sono note anche a chi, a Davos va a parlare di sostenibilità ambientale essendo però responsabile di 300 miliardi di euro l’anno di finanziamento ai combustibili fossili: questo è una follia e quei soldi vanno spesi per finanziare la transizione energetica a beneficio di tutti».
Un’esperienza totalizzante che aumentava di passo in passo, hanno raccontato gli interpreti di questo viaggio con 9 mila metri di dislivello e chilometri su chilometri con sci, tenda e stretto necessario per sopravvivere e soprattutto arrivare nella celebre località sciistica dove si teneva il Forum, dal 21 al 24 gennaio scorsi.
«Abbiamo dovuto mettercela tutta per arrivare alla fine del nostro viaggio, la sfida dello sviluppo sostenibile è ancora più difficile, ma occorre un impegno corale da parte di tutti, per garantire un futuro ai nostri figli», concludono gli attivisti.
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