Esercizi penalizzati, tutela del lavoro e fisco. Confcommercio presenta il conto alle istituzioni
Coronavirus, le richieste di Confcommercio provincia di Varese Tutela del lavoro, fiscalità e no alla penalizzazione delle singole categorie: domani il documento varesino discusso dagli Stati Generali
Il coronavirus non ha messo a dura prova solo gli ospedali e gli operatori sanitari, ma anche i tanti titolari di bar a cui un’ordinanza di Regione Lombardia aveva imposto il “coprifuoco” dopo le 18 per evitare assembramenti pericolosi per la salute. Una buona notizia per i titolari di bar è arrivata nella mattinata di mercoledì 26 febbraio da una comunicazione di Regione Lombardia che ha di fatto eliminato la chiusura alle 18 precisando però che il servizio bar dovrà però essere gestito solo al tavolo dal personale e non direttamente al bancone.Un dietrofront su cui ha pesato non poco la mediazione di Confcommercio a tuti i livelli che ha sostenuto la stessa indicazione ufficialmente fornita nella giornata di ieri dal sindaco di Busto Arsizio Emanuele Antonelli e dall’assessore al Commercio Manuela Maffioli.
L’ordinanza firmata domenica scorsa dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, e dal ministro della Salute, Roberto Speranza, non è stata né modificata né aggiornata e resta pienamente in vigore. L’unita di crisi di Confcommercio della provincia di Varese, composta dal comitato direttori provinciale e dagli esperti nelle varie materie, ha redatto un documento che sarà sottoposto all’attenzione della Conferenza degli Stati Generali di Confcommercio convocata per oggi giovedì 27 febbraio.
Il documento contiene una serie di proposte, risultato del monitoraggio della situazione nella nostra provincia. La prima constatazione riguarda la drammatica diminuzione della clientela e dei ricavi in quasi tutte le attività economiche, diretta conseguenza di una eccessiva psicosi probabilmente causata da una comunicazione insufficiente e difforme da parte degli organi preposti. I settori turistico, alberghiero e della ristorazione hanno immediatamente fatto registrare un sensibile cale di presenze: i danni non sono al momento quantificabile, ma il timore è che si possa arrivare in breve tempo a sospensioni e chiusure definitive di alcune attività, con conseguente grave danno all’economia del territorio.
Pur condividendo la volontà delle istituzioni di tutelare al massimo la salute dei cittadini, Confcommercio della provincia di Varese non condivide nel merito il contenuto dei provvedimenti adottati nella prima settimana di crisi, ritenendo che il problema del rischio contagio sia da gestire sul piano della concentrazione delle persone in un ambiente circoscritto e non incentrato a livello di tipologia distributiva o di servizio, un criterio che ha creato difformità e discriminazioni di trattamento tra operatori economici del territorio.
LE TRE RICHIESTE DI CONFCOMMERCIO
Confcommercio provinciale chiede tre cose: la non penalizzazione delle singole categorie, la tutela dei lavoratori e un intervento sulla fiscalità.
Quindi i commercianti chiedono che le limitazioni oggetto di ordinanza devono riguardare prescrizioni, buone prassi e comportamenti da adottare esclusivamente sul piano sanitario e non devono riguardare singole categorie di attività o di servizi, così come previsto dalle disposizioni emanate dalla Regione Veneto. Secondo Confcommercio, a supporto delle richieste, ci sono una serie di valide motivazioni: 1) La distinzione tra l’attività di bar e quella di ristorante è stata di fatto superata, nei fatti e sul piano normativo, da ormai 15 anni. 2) Il pieno esercizio dell’attività mercatale ridurrebbe il rischio di concentrazioni pericolose di persone nella grande distribuzione e nei centri commerciali, costituendo una valida alternativa, all’aria aperta, ai cittadini del territorio. 3) Le attività per la cura della persona (palestre, centri benessere, piscine e centri termali) compongono a pieno titolo una rete di servizi gestiti da imprenditori professionisti che sono in grado di autodeterminarsi osservando le disposizioni sul piano sanitario che le istituzioni riterranno necessario introdurre. Confcommercio non ha invece nulla da eccepire, invece, sulle limitazioni legate allo svolgimento di manifestazioni di vasta portata che palesemente sono in contrasto con gli obiettivi sanitari di mitigazione della diffusione del virus.
La seconda richiesta di Confcommercio riguarda l’applicazione indistinta per tutte le categorie dei lavoratori di provvedimenti di sussidio al reddito per tutti quei casi di sospensione parziale o totale dell’attività d’impresa, derivanti dalla situazione che si è venuta a creare per il rischio di contaminazione da Coronavirus. Fiscalità
Terza e ultima proposta è quella della sospensione immediata degli obblighi di versamento degli oneri fiscali e contributivi per tutte le aziende lombarde coinvolte e la riduzione proporzionata al calo di lavoro di tutti i tributi e tasse locali.
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