Si può tornare a fare allenamento, ma con qualche limitazione
Sono concessi gli allenamenti ma l'accesso agli spogliatoi sarà limitato e non si potranno fare le docce. A decidere sull'apertura degli impianti sportivi saranno comunque i comuni
Riprendono un poco alla volta le attività dopo la chiusura totale dei primi giorni del Coronavirus in Italia e in Lombardia.
Dopo i primi rinvii e sospensioni a di eventi sportivi a ogni livello, allenamenti compresi, dal primo Decreto della Presidenza del Consiglio, con i giorni il tiro è stato corretto, ci sono stati degli aggiustamenti e delle aperture all’attività sportiva.
La grande differenza riguarda gli allenamenti, che potranno essere effettuati ma dovranno essere limitati gli accessi negli spogliatoi e non si potrà utilizzare le docce nei centri sportivi.
Per le partite invece, quando non sono state rinviate, ci sarà l’obbligo delle porte chiuse.
Questo il testo del decreto:
In attuazione dell’articolo 3, comma 1, del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus COVID-19, sono adottate le seguenti ulteriori misure di contenimento: a) in tutti i comuni delle Regioni Emila Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Veneto, Liguria e Piemonte sono sospesi gli eventi e le competizioni sportive di ogni ordine e disciplina, in luoghi pubblici o privati. Resta consentito lo svolgimento dei predetti eventi e competizioni, nonché delle sedute di allenamento, all’interno di impianti sportivi utilizzati a porte chiuse, nei comuni diversi da quelli di cui all’allegato 1 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 23 febbraio 2020.
Rimane però un’incognita: l’ultima parola spetta al comune, soprattutto se proprietario della struttura. Le amministrazioni hanno quindi la facoltà di autorizzare o meno l’utilizzo della struttura sportiva.
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