Canton Ticino: “Dormitori improvvisati. La situazione sta degenerando”
L'Ocst è fortemente preoccupato per i lavoratori frontalieri soprattutto per quelli che non hanno la copertura assicurativa per l'assistenza sanitaria
«La situazione nel nostro cantone sta in queste ore degenerando. In troppi stanno purtroppo esprimendo una totale mancanza di umanità e di senso della realtà. Ci riferiamo in particolare alle numerose aziende che in queste ore stanno mettendo in piedi dormitori improvvisati per i lavoratori frontalieri che non sarebbero accettabili in condizioni normali e men che meno in una situazione di seria emergenza sanitaria».
È durissima la posizione del sindacato svizzero Ocst (Sindacato dell’Organizzazione Cristiano Sociale Ticinese) sull’emergenza Coronavirus, soprattutto per quanto riguarda il rapporto tra i lavoratori stranieri e le aziende ticinesi. Sono ormai tanti i frontalieri a cui viene esplicitamente chiesto di rimanere “di là”.
Il frontaliere: “Stamattina sono andato al lavoro con la valigia”
La situazione, secondo L’Ocst, in questi ultimi giorni sta però sfuggendo di mano. «Ci sono richieste di non lasciare il cantone nel prossimo mese, aziende che prenotano alberghi per i lavoratori chiedendo loro di contribuire alle spese. Sono prevaricazioni che disgustano. Denunceremo queste situazioni, oltre che pubblicamente come stiamo facendo ora, anche alle autorità competenti».
Il sindacato svizzero pone anche un altro problema forse ancor più urgente: chi si occuperà dei lavoratori frontalieri che si ammalano e che non hanno la copertura assicurativa per l’assistenza sanitaria? Chi pagherà dunque le loro spese? «Le norme attuali non garantiscono un’assistenza sanitaria ai lavoratori frontalieri. Ciò che evidentemente non è chiaro all’economia cantonale è che ora è urgente cambiare passo, fermare le attività non indispensabili per consentire di portare avanti esclusivamente i servizi strettamente necessari alla persona. Alcune aziende responsabili stanno agendo in questa direzione, ma sono ancora troppo poche, come testimoniano le code infinite alle nostre dogane in entrata e in uscita dal Paese».
La preoccupazione in Canton Ticino è dunque molto alta. Il sindacato Cristiano Sociale ha chiesto un intervento responsabile anche alla controparte, cioè le associazioni datoriali. Per quanto riguarda invece la scuola, l’Ocst chiede di tutelare quei docenti che, per età o condizione fisica, sono maggiormente esposti al rischio di subire conseguenze gravi per la propria salute. «Continuare nelle scuole dell’obbligo la consueta attività didattica, che finora non ha potuto garantire l’osservanza di varie prescrizioni sanitarie fondamentali (lavaggio frequente delle mani, chiusura dei cestini, distanza sociale, evitare il passaggio di oggetti, evitare assembramenti in luoghi ristretti, aerare compiutamente le aule e i corridoi,…) è improponibile».
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