Conte in Parlamento: “Prova durissima che dobbiamo trasformare in opportunità”
Il premier ripercorre questo primo mese di emergenza: "Stiamo affrontando un nemico invisibile e insidioso che divide le nostre famiglie e ci fa sospettare di mani amiche". E rilancia sui titoli di debito europeo
È durata quasi un’ora la relazione del premier Giuseppe Conte alla Camera sull’emergenza legata al coronavirus, virus definito «un nemico invisibile e insidioso che divide le nostre famiglie e ci fa sospettare di mani amiche». Un’informativa all’inizio della quale il Primo Ministro ha messo subito in chiaro che «chi vi parla è pienamente consapevole che da ogni scelta discendono immani conseguenze. Scelte che condizioneranno anche il futuro. Siamo all’altezza del compito che il destino ci ha riservato? La storia ci giudicherà».
Conte ha quindi richiamato al senso di responsabilità tutte le forze politiche perchè, citando Manzoni, «del senno del poi sono piene le fosse: Ci sarà un tempo per tutto, ma oggi è il tempo dell’azione e della responsabilità. Responsabilità che è di tutti i cittadini, anche voi che siete i loro rappresentanti, perchè siamo chiamati a conformare le nostre azioni verso il bene comune.
Conte ripercorre quanto fatto dal governo «ancora prima che venisse dichiarata la pandemia dall’organizzazione mondiale della sanità» sia sul piano delle norme e dei divieti che su quello del sostegno al settore sanitario e che si è sempre basato «sulle indicazioni del comitato tecnico scientifico». «Per la prima volta siamo stati costretti a limitare alcune libertà fondamentali definite dalla costituzione» ha ricordato, spiegando che tutto si è evoluto «all’insegna della massima precauzione e proporzionalità dell’intervento: è questa la ragione della gradualità delle misure adottate».
«Il governo è consapevole che l’emergenza richiede anche una risposta economica e per questo fin dal primo focolaio sono stati assunti impegni» ha spiegato Conte, elencando poi i contenuti dei primi decreti fino «al decreto con le azioni urgenti di sostegno all’economia». Oltre alle iniziative di sostegno il Premier ricorda come «è imperativo garantire il massimo grado di liquidità alle imprese e per questo il governo ha attivato le prime misure per mobilitare di 350 miliardi di euro». Quel decreto comunque «non è sufficiente» e per questo «stiamo lavorando ad un nuovo decreto normativo per un intervento altrettanto significativo» e nuove misure «non inferiori ai 25 miliardi del primo decreto».
In ogni caso il governo guarda già a quando tutto questo sarà finito sia pensando ad «una riduzione della burocrazia» che «alle filiere strategiche per il nostro Paese; gli asset del Paese vanno tutelati con ogni mezzo». Secondo Conte «dobbiamo volgere in opportunità questa prova durissima, concentrare le energie del paese» e per fare questo «dobbiamo pensare ad un assetto normativo semplificato». Per fare tutto questo servono risorse e quindi appellandosi all’Europa Conte sottolinea che «ad un’emergenza straordinaria è fondamentale rispondere con azioni straordinarie» e per questo «nessuno degli strumenti ad oggi disponibili può costituire un veicolo idoneo per rispondere alla pandemia e per questa ragione noi lavoriamo a strumenti di debito comune dell’Eurozona».
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