Le valvole 3D che trasformano le maschere da snorkeling in respiratori
Le maschere adattate sono già in un uso in due ospedali di Como e uno di Erba. Una storia di genialità imprenditoriale e condivisione per aiutare i malati di Coronavirus in difficoltà respiratoria
Alla 3DP World di Como le stampanti 3D da una settimana lavorano giorno e notte. Stampano le valvole per adattare la maschera da snorkeling Easybreath della Decathlon a respiratore o, meglio, a Cpap, lo scafandro che viene messo in testa ai malati di coronavirus per aiutarli a respirare.
Questa è una storia di vera condivisione e mutuo aiuto, iniziata con l’intuizione di una società di Brescia, la Isinnova, che ha messo a disposizione gratuitamente il brevetto per realizzare quelle valvole. Sulla home page del sito viene riportata questa frase di Thomas Edison: «Avere un’idea è un’ottima cosa. Ma sapere come portarla avanti è ancora meglio».
A portarla avanti ci ha pensato Alberto Canali, titolare della 3DP World, dedicando gratuitamente il suo tempo e le sue stampanti 3D per realizzare questi dispositivi salvavita. «È un’intuizione geniale che risolve molti problemi – spiega Canali -. La maschera adattata con queste due valvole superiori manda in pressione l’ossigeno con più facilità e permette di collegare due pazienti a un unico erogatore. In questo modo si raddoppiano i posti letto, si risparmia ossigeno ed è più facile mettere in posizione prona il paziente per aiutarlo a respirare perché la maschera è più confortevole del Cpap».
Ne hanno già consegnate diciannove all’ospedale Valduce, cinque al Sant’Anna di Como e una a quello di Erba dove vengono usate con buoni risultati. Il problema ora è reperire le maschere ed è per questo che Canali ha fatto un appello ai cittadini di Como e provincia, ripreso anche da alcuni sindaci tra cui quelli di San Fermo, Limido Comasco, Lipomo e Como. «Domenica abbiamo contattato anche la Decathlon – spiega l’imprenditore – ma non abbiamo avuto risposta. Siamo invece sommersi da telefonate di cittadini e grazie all’aiuto degli agenti della polizia di stato e della protezione civile riusciamo a farle arrivare qui da noi».
Decathlon Italia nel frattempo sul suo profilo Facebook ha fatto un post dove ribadisce da una parte che «la maschera è stata concepita per lo snorkeling e quindi raccomandiamo di non modificarla autonomamente, perché i flussi d’aria potrebbero essere alterati», dall’altra la disponibilità del suo team di ingegneri «a collaborare con i centri di ricerca più accreditati che hanno come finalità validare l’adattabilità della maschera riducendo i rischi collaterali». In questo caso la multinazionale francese starebbe già collaborando, su richiesta della Regione Lombardia, con il dipartimento di meccanica del Politecnico di Milano.
Alberto Canali negli ultimi due giorni ha dormito solo 6 ore. Sente la responsabilità del momento e tutto il peso di una situazione che per molti malati di coronavirus può fare la differenza tra la vita e la morte. «Tutto quello che stiamo facendo è gratuito e frutto di una collaborazione spontanea tra più persone e imprese di buona volontà – conclude l’imprenditore -. Ci sono in gioco sofferenza e vite umane e il tempo è prezioso. Ora mi scusi ma devo andare perché entro domani vogliamo finire la consegna al Valduce che ha bisogno di 40 maschere».
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