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Il presidente di Univa, Roberto Grassi: “Serve urgentemente liquidità”

Tanto più lento sarà il ritorno alla normalità, tanto più veloce deve essere l’azione a sostegno della liquidità delle imprese. «Necessaria l'emissione di debito europeo»

roberto grassi

«Le imprese hanno un bisogno estremo ed immediato di liquidità. Il protrarsi dei provvedimenti restrittivi ai contatti sociali e alle attività di impresa, e l’incertezza su tempi e modalità della riapertura rendono questa una vera e propria urgenza economica da cui dipende il futuro di migliaia di posti di lavoro. Tanto più lento sarà il ritorno alla normalità, tanto più veloce deve essere l’azione a sostegno della liquidità delle imprese, se non vogliamo assistere ad una serie impressionante di chiusure». Quello di Roberto Grassi, presidente dell’Unione degli industriali della provincia di Varese, è un vero e proprio appello al Governo e alle imprese.

Non è solo un problema di quantità ma anche di velocità degli interventi di sistema. E purtroppo sappiamo che i tempi decisionali della politica non sono gli stessi dell’impresa e questo disallineamento potrebbe costare caro al sistema paese.

«Su questo fronte, nel momento in cui il Governo si prepara a varare un nuovo pacchetto di interventi – continua Grassi – deve essere chiaro che le risorse da mettere in campo sono importanti quanto la velocità a cui si potrà accedervi. Rapidità e sburocratizzazione sono parole d’ordine da cui non si può prescindere. Una proposta concreta è quella già avanzata dal sistema Confindustria con un documento fatto avere il 20 marzo al Governo. Niente voli pindarici o richieste di risorse aggiuntive stratosferiche e insostenibili per i conti pubblici italiani».

L’idea di Confindustria è pragmatica, come spiega lo stesso presidente di Univa: «Scatenare, attraverso strumenti di garanzia e di finanziamento agevolato di carattere straordinario, una mobilitazione massiva di risorse. In cambio le imprese sono pronte a farsi carico di nuovo debito, a patto che sia diluito nel tempo per renderlo sostenibile. Occorre rafforzare ulteriormente il Fondo Garanzia per le Pmi trasformandolo in uno strumento di supporto incondizionato a cui possano accedere automaticamente, e senza valutazione, le piccole e medie aziende e aziende a media capitalizzazione (fino a 499 dipendenti). Realtà a cui garantire una copertura, per ogni esigenza finanziaria, all’80% e oltre, e fino ad un importo massimo di 5 milioni di euro».

A questa potenza di fuoco si aggiungerebbero le risorse di Regioni e Camere di Commercio che potrebbero fare poi la loro parte per ridurre il costo dell’accesso al credito. «Oltre a ciò – continua Grassi –  l’auspicio è che il Governo possa promuovere la realizzazione di un programma nazionale di sostegno che faccia leva sulla Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) che potrebbe garantire il sistema bancario al 100%, permettendo così finanziamenti automatici per quelle realtà che registrano cali di fatturato. Con queste due azioni parallele si creerebbero le condizioni per un reale e facile accesso al credito bancario da parte delle imprese di ogni dimensione. A questo si deve poi affiancare la sospensione immediata per tutte le imprese, a prescindere dalle soglie di fatturato, dei versamenti fiscali e contributivi di prossima scadenza, con un contestuale allungamento del periodo di rateizzazione».

«C’è poi la battaglia, questa sì dura, ma che va combattuta fino in fondo all’interno della Ue – conclude il presidente di Univa – per un piano straordinario anticiclico finanziato con risorse ottenute attraverso l’emissione di debito europeo. È questo il momento di dare un significato all’espressione “comunità europea”. Lo diciamo da europeisti convinti. Sono questi i vari pezzi del ponte che serve costruire subito per permettere alle imprese di attraversare il fiume che rischia di travolgerci. Il resto sono chiacchiere per alimentare un dibattito politico divisivo che nulla ha a che fare con lo spirito di unità nazionale di cui sentiamo fortemente il bisogno. Ma le imprese devono fare la loro parte in questo meccanismo di creazione di liquidità. Devono essere coerenti e oneste con sé stesse e con i propri fornitori. In questo l’Unione Industriali varesina si unisce all’appello lanciato dalla voce che si è alzata da uno dei territori più martoriati dall’epidemia, quella del presidente di Confindustria Bergamo, Stefano Scaglia, a cui ha fatto da eco anche quella del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia: manteniamo i nostri impegni nei pagamenti. Le nostre capacità di superare questo momento dipendono anche da un basilare gesto di responsabilità e correttezza tra imprese».

Pubblicato il 02 Aprile 2020
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