Diciotto contagi alla Fondazione Piatti. I campioni sono stati fatti a Roma
Cento gli esami realizzati. Il 13 aprile sono arrivati gli esiti: 18 ospiti della RSD di Varese positivi, tutti gli altri delle due RSD negativi e nessun positivo tra i dipendenti
Un’altra struttura con persone disabili è sotto stretta osservazione con una percentuale importante di soggetti contagiati dal coronavirus. Si tratta della Fondazione Piatti ANFFAS con sede nel capoluogo varesino, nel rione di San Fermo e nel Comune di Sesto Calende.
La loro storia ha però dei risvolti diversi, perché appena è scattata la pandemia si sono subito attivati. Questo non ha risparmiato alcune morti tra gli ospiti e la certezza di avere contagi in corso. Come per altre realtà la richiesta di aiuto ad Ats non ha avuto seguito almeno per quanto riguarda i tamponi. Così la soluzione è arrivata da lontano, da Roma.
“Una grande collaborazione tra istituzioni di diverse regioni – si legge in un comunicato stampa del Comune di Varese – in tempo di emergenza sanitaria. Un asse tra Campus Biomedico di Roma, Fondazione Renato Piatti onlus, la Regione Lazio e Varese per aumentare il numero di tamponi effettuati in un due strutture varesine che ospitano persone disabili. È questo il risultato della sinergia stretta tra Campus Biomedico di Roma, la Regione Lazio, la Protezione civile nazionale, il Comune di Varese e la Fondazione Piatti ANFFAS per le RSD per disabili con sede nel capoluogo varesino, nel rione di San Fermo e nel Comune di Sesto Calende”.
Tutto inizia quando nella struttura socio sanitaria che ospita 60 persone con disabilità si verifica un caso di coronavirus. Grazie alla collaborazione attiva a Milano da tempo tra la Fondazione Renato Piatti onlus e il Campus Biomedico di Roma a Milano, si chiede sostegno per poter effettuare uno screening generale su ospiti e parte del personale non coinvolto nello screening già programmato con ATS Insubria su 20 unità di personale della RSD di Varese.
La richiesta viene accolta dal laboratorio laziale. Lunedì 6 aprile dunque, grazie al coordinamento del Comune di Varese, del Dipartimento della Protezione civile nazionale e della Polizia ferroviaria, viene organizzato il trasporto dei tamponi da Roma a Varese. Vengono eseguiti i 100 esami sugli ospiti delle strutture e sul personale, poi i tamponi vengono rimandati a Roma con trasporto specializzato, presso il Campus Biomedico, per l’effettuazione delle analisi.
Ieri 13 aprile sono arrivati gli esiti: 18 ospiti della RSD di Varese positivi, tutti gli altri delle due RSD negativi e nessun positivo tra i dipendenti. 14 delle persone positive accertate erano già state messe in isolamento dalla struttura poiché presentavano alcuni sintomi, gli altri 4 asintomatici, sono stati immediatamente isolati.
«L’esempio di imprenditorialità sociale e di collaborazione tra pubblico e privato finalizzato al perseguimento del bene comune e a garanzia della salute pubblica, mi porta a ringraziare tutti gli attori di questa iniziativa per la disponibilità e la collaborazione dimostrata in questa situazione di emergenza – ha spiegato il sindaco di Varese Davide Galimberti – Grazie a questa sinergia tra territori ed istituzioni abbiamo potuto effettuare un grande numero di tamponi dentro due importanti strutture della provincia di Varese che offrono un’assistenza fondamentale alle persone. Mi auguro che grazie a questa esperienza si possano aprire anche altre possibilità tra diverse zone di Italia, in modo da estendere questi supporti anche ad altre strutture socio assistenziali che oggi sono in grande difficoltà».
«In questo momento – continua Galimberti – l’obiettivo di tutti è quello di tutelare al massimo la salute di ospiti e personale, per questo ci si è mossi in più direzioni e grazie alla collaborazione tra le diverse istituzioni ed alla grande solidarietà dei territori meno colpiti abbiamo raggiunto il risultato di effettuare 100 tamponi il cui esito consente di fronteggiare meglio il virus».
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