“Galileo Galilei”, a Laveno Mombello un modello riuscito di didattica a distanza
Messaggi di gratitudine da parte delle famiglie allo storico istituto lavenese
Si avvia alla sua conclusione in questo mese di giugno un anno scolastico tra i più difficili e drammatici degli ultimi tempi.
Così, mentre ancora imperversa in molte aree geografiche d’Italia, d’Europa e del resto del pianeta un male di cui origine e natura restano ancora in parte oscure, anche i nostri istituti scolastici traggono in ogni città e paese le conclusioni di un periodo, quello della didattica a distanza, che difficilmente si scorderà, con tutte le difficoltà e le domande, l’ammirazione e gli accesi dibattiti che ha suscitato a tutti i livelli politici, economici e sociali.
Così, anche a Laveno Mombello, all’ITEP “Galileo Galilei”, dove nel marzo 2020 non ci si diede per vinti e si decise che l’arrivo del Covid-19 non avrebbe segnato la drammatica sconfitta di ogni processo culturale ed educativo, bensì l’inizio di un nuovo percorso, certo non facile ma di cui si intravedeva la concreta possibilità, la scelta ha ben ripagato le speranze: alunni, genitori e insegnanti possono ora, risultati finali alla mano, guardare alle loro spalle il cammino fatto insieme con orgoglio e soddisfazione.
Le famiglie stanno inviando alla segreteria e alla dirigenza dello storico Istituto lavenese lettere di congratulazioni e gratitudine non solo per aver i docenti garantito sempre la regolare prosecuzione delle attività didattiche nella modalità a distanza, ma anche per non aver mai fatto mancare, neppure nei momenti più bui, quel conforto e sostegno che è il senso ed il significato più profondo di ogni vera attività pedagogica ed educativa, e che dovrebbe essere il punto di partenza e insieme di arrivo di ogni vera ricerca del sapere. Perché quello che è accaduto dal mese di marzo al mese di giugno, qualunque cosa riservi il futuro, resterà nella mente e nel cuore di ogni singolo ragazzo come un ricordo positivo per sempre e un messaggio di condivisione umana, peraltro non nuovo nella storia del “Galileo Galilei”. I docenti ci sono stati sempre, non hanno misurato la fatica, hanno risposto a tutte le necessità didattiche degli allievi, e la separazione dettata dalle cause contingenti è stata, nel vivere scolastico concreto, sostanzialmente annullata: il monitor era via via sempre meno una barriera, e i ragazzi hanno compreso che per loro c’era occasione di crescita e conoscenza esattamente come prima della pandemia, semmai ancor più stimolati di prima nella determinazione a giungere allo scrutinio finale con profitto e merito, dimostrando come il Covid-19 non avesse spento le buone volontà.
E per descrivere tutto questo forse le migliori sono ancora le parole del giudice Giovanni Falcone: “Occorre compiere fino in fondo il proprio dovere, qualunque sia il sacrificio da sopportare, costi quel che costi, perché è in ciò che sta l’essenza della dignità umana”.
Accedi o registrati per commentare questo articolo.
L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.